“Il Fatto Quotidiano ha fatto una campagna contro di me, perché ha un solo obiettivo: indebolire il Pd. Esistono per questo. Ho chiesto un milione di euro di danni, ma ora raddoppio perché la campagna mi è costata la ricandidatura“. E’ scatenato contro il Fatto Vladimiro Crisafulli, il senatore escluso dalle liste del Pd per decisione della Commissione nazionale di garanzia del partito. Il politico, ospite de “La Zanzara”, su Radio 24, apprende in diretta la notizia sul suo depennamento. E se nei riguardi del partito adotta toni poco rabbiosi, tutt’altro piglio è quello che manifesta quando parla di Marco Travaglio. “Il Fatto ora sostiene Ingroia, prima appoggivava Grillo e poi Di Pietro” – afferma – “Fa collezionismo di cose vecchie ed archiviate. Quando vedo Travaglio in tv cambio canale, lo vedo come un soprammobile, uno che si mette e si sposta”. E sul vicedirettore del Fatto rincara, sfoderando le sue vacanze, argomento tanto caro al Pdl e derivati, e aggiungendo una postilla quasi intimidatoria: “Ma la vita è lunga e vedremo chi riderà per ultimo. Di certo se dovessi incrociarlo non gli dò neppure la mano”. Come l’altro “impresentabile” scartato dal Pd, Antonio Papania, anche per Crisafulli l’abuso d’ufficio è un reato poco grave. E sul leader di Rivoluzione Civile non è affatto tenero: “Con Ingroia ci sarebbe uno stato giacobino, non uno stato di diritto“. “Giacobinismo ” che avrebbe infettato anche il Pd: “Con la mia esclusione siamo al giacobinismo allo stato puro” – accusa il parlamentare – “Un errore e una scorrettezza clamorosa. Spero che il mio partito non continui su questa strada: quando si sceglie la via della purezza c’è sempre uno più puro che ti epura” di Gisella Ruccia
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