C’è una storia che possiamo definire “minore” rispetto alla Tav. È la storia di tutti i reati che sono stati commessi contro i No Tav e che non troveranno mai un colpevole. Perché, ahimé, la giustizia e l’informazione qui in valle paiono proprio essere a senso unico.
La grande opera. E i piccoli attentati. Senza pretesa di esaustività. La gente inerme picchiata nella notte a Venaus. Il presidio di Bruzolo dato alle fiamme. Il ragazzo preso a calci dalla polizia il 3 luglio. Il fotografo ferito da un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo. Lunedì 14 gennaio 2013 due automobili a Bussoleno con i pneumatici tagliati.
Certo, mi si dirà, anche Antonio Ferrentino ha subìto atti vandalici. Peccato che quando a subire il taglio dei pneumatici è Ferrentino – a suo tempo presidente della Comunità Montana e fiero oppositore della Tav, poi fulminato sulla via di Damasco ed ora Sì Tav – la cosa faccia notizia e Stefano Esposito (deputato Pd, ndr) si scagli contro il clima di intimidazione, mentre se a subire il taglio dei pneumatici è un tale No Tav di nome Giovanni Vighetti la cosa passi del tutto inosservata. Da un lato c’è l’intimidazione. Dall’altra? Da una parte lo sdegno. Dall’altra?
Da un lato una valle che deve subire l’opera inutile (contro cui adesso peraltro anche Renzi e Vendola si sono espressi, oltre che la Corte dei Conti francese), che reagisce anche scompostamente, ammettiamolo, ai soprusi subiti ed al chiarissimo e compatto schieramento di forze contro cui si trova ad agire. Dall’altro chi colpisce proditoriamente i No Tav o cosa li rappresenta perché difendono il loro territorio, ma anche quel che resta (ben poco oramai) della democrazia. Ed intanto la Procura di Firenze scopre per la tratta Bologna–Firenze: “Materiali scadenti per la costruzione della galleria, l’ombra della camorra sullo smaltimento dei rifiuti di cantiere del Tav e il sospetto di favori negli appalti alle Coop rosse.” Io lo spero davvero tanto che un giorno venga alla luce l’enorme intreccio che sta dietro l’opera inutile.