Il presidente del Consiglio dal World Economic Forum di Davos spiega che l'Italia è "diversa" rispetto a un anno fa e ha guadagnato credibilità. Poi ha parlato di disoccupazione, debito pubblico e lavoro
I governi precedenti? “Troppo deboli” nella lotta all’evasione fiscale e nel contrasto alla corruzione. Mario Monti, nel corso del suo intervento al World Economic Forum di Davos, spiega che la sua ‘salita in politica‘ è giustificata dalla volontà di “tutelare le vittime” degli esecutivi al governo prima del suo insediamento. Per questo dice di avere “scelto di fare una cosa che considero contro la mia natura e probabilmente anche contro il mio interesse personale” ovvero di “guidare una lista durante le prossime elezioni perchè credo che ci sia bisogno di una nuova forma politica, oltre alle vecchie coalizioni tradizionali”. Di qui l’appello alle “forze più dinamiche della società di sostenere un programma di riforme”. Poi ha parlato anche di lavoro e debito pubblico e specificato che la sua riduzione “non si può più fare attraverso le tasse“.
Per il presidente del Consiglio, “oggi l’Italia è un Paese molto diverso da un anno fa” anche grazie alle “scelte difficili” che sono state fatte durante la sua permanenza a Palazzo Chigi e il risultato è che ora l’opinione sull’Italia “è considerevolmente migliorata”. Inoltre, dice, “mai ho dubitato della capacità del nostro governo nel mezzo della tempesta” e garantisce: “Sapevo che la battaglia sarebbe stata dura”. Il Professore ricorda del resto che “la leadership è l’opposto della visione miope che continua a esistere nelle politiche nazionali, in Europa e nel mondo” e sottolinea che ciò significa anche che “l’Italia negli ultimi 10 anni non ha usato l’opportunità di essere membro Eurozona per abbassare il rapporto Pil-debito pubblico”. Nonostante questo, il Paese “non guarderà indietro”.
Monti si è espresso anche sul lavoro e guarda al futuro del Paese quando dice che il suo impegno “lo devo tutto agli italiani, ai più fragili nella società, a coloro che pagano il prezzo intollerabile della disoccupazione, soprattutto i nostri giovani che pagano anche il prezzo di essere privati del lavoro”. “I giovani – incalza – sono le vittime di governi spesso non abbastanza forti nell’affrontare la questione dell’evasione fiscale, della corruzione, dei gruppi di interesse, gli ambiziosi manipolatori dei mercati finanziari”, ma anche, punge ancora “vittime di politici impegnati in promesse elettorali senza preoccuparsi se potevano poi essere mantenute”. Quelle promesse, e quei politici, aggiunge “hanno aggravato la crisi, troppo spesso concentrati su elezioni interne senza occuparsi di chi di politica e di un suo coordinamento ha invece bisogno”.
“Anche la Germania deve fare le riforme” – Monti ha anche parlato di Europa e si è detto ” fiducioso” perché se nel Regno Unito “ci sarà un referendum”, è certo che Londra “deciderà di rimanere in Europa e dividerà con noi il futuro”. Poi ha ricordato che anche Berlino non può sottrarsi al cammino delle riforme, che sono ”per ogni paese un processo che non finisce, anche per la Germania come dimostra l’azione della Merkel”.