E’ stato Galeazzo Bignami, consigliere regionale Pdl, ora vicino a Fratelli d’Italia, a postare per primo su Facebook un pensiero non molto gentile per lo sgombero del collettivo Bartleby: “Gustarsi alle 7.45 le forze dell’ordine che stanno sgombrando il centro sociale bartleby o come schifo si chiama in via San Petronio Vecchio non ha prezzo. Chissà se questi figli di papà che fanno i rivoluzionari in pantofole adesso vanno a studiare… Dura, lo so. Ma sperare che lavorino mi sembra troppo”.
“Solidarietà al Rettore e alle forze dell’ordine e soddisfazione per lo sgombero operato questa mattina” al centro sociale studentesco Bartleby di Bologna. E’ quanto dichiara il segretario provinciale Udc, Maria Cristina Marri, “stigmatizzando l’irresposabile posizione di difensiva di Sel che esprime preoccupazione per un impoverimento culturale”. Secondo la centrista, infatti, “il mancato rispetto delle regole civili non deve trovare alcun elemento giustificativo dai rappresentanti istituzionali che con inacettabili tolleranze alimentano comportamenti contrari alle regole del vivere civile”. “Oltretutto – ricorda Marri -il collettivo di Bartleby ha rifiutato una sede periferica offerta in alternativa”, quindi, conclude “basta con le prevaricazioni e l’arroganza”.
“Condivido le dichiarazioni e l’operato del Rettore Ivano Dionigi e dell’assessore Amelia Frascaroli. Da tempo si sapeva che la permanenza di Bartleby nel luogo destinato a servizi per gli studenti era impossibile”, ha spiegato il sindaco di Bologna Virginio Merola, “contratto scaduto, soldi pubblici che si perdono, penali e al contempo la necessità di garantire il diritto allo studio ed evitare disagi ai residenti. Il Rettore ha aspettato e aspettato finché ha potuto. I toni violenti di quest’oggi e la ricerca di uno scontro frontale con le istituzioni non portano da nessuna parte. Chi ha un progetto culturale deve dimostrare di avere rispetto per la comunità in cui vive. Il rispetto reciproco e delle regole deve avvenire prima di tutto”.