La casa madre revoca i marchi alla famiglia Ghetti di Faenza che possiede 4 grossi spazi nella bassa Romagna. Addetti alle vendite, amministrativi e operatori di officina e carrozzeria protesteranno a Verona contro la decisione caduta dall'alto. Vgi: "Sui lavoratori assunti la responsabilità non è nostra, ma degli imprenditori locali"
Altri 100 lavoratori, nella città dell’ex Omsa, rischiano di perdere il posto. Si tratta dei dipendenti della concessionaria Volkswagen Ghetti di Faenza, per la quale si prospetta una chiusura ormai certa. Dei 100 dipendenti, tra addetti alle vendite, amministrativi e operatori di officina e carrozzeria, oltre 50 sono in cassa integrazione straordinaria, a rotazione, da 9 mesi.
Il Vgi che controlla i marchi Audi, VW, Skoda e Seat, ha revocato la vendita delle sue auto allo storico concessionario faentino aperto nel 1963. Giovanni Ghetti, ora ottantunenne, iniziò a vendere Volkswagen a Faenza con il vecchio maggiolino, poi col tempo a fianco alla concessionaria sorse l’officina. Oggi quella piccola azienda è una srl che vanta 4 sedi: a Faenza, Ravenna, Cervia e Lugo.
Nel 2012 il mercato dell’auto in Italia ha chiuso con notevoli perdite rispetto all’anno precedente. A parte Chia e Land Rover, tutte le case produttrici sono in passivo. Un milione 402 mila sono le automobili vendute, il 19,87% in meno rispetto al 2011. Per VW la flessione è stata del 18,2%. Poco meglio Audi che ha chiuso con un -15,7%. Male Skoda (-27%) e peggio Seat (-34%). Dati non confortanti che non sono certo serviti a impedire che nell’agosto del 2011 la proprietà Ghetti ricevesse, “senza essere informata delle motivazioni”, la disdetta alla vendita del marchio Audi che rappresentava il 40% dell’intero fatturato. Disdetta che Ghetti dice di aver accolto come una doccia fredda, visto che fino a quell’anno la concessionaria era collocata tra le prime 20 del Vgi e vendeva circa 2 mila auto all’anno, cioè un sesto di tutte le vetture immatricolate nella provincia di Ravenna nel solo 2011.
Dopo quasi un anno, visto l’acuirsi della crisi del mercato, Ghetti ha dovuto rinunciare anche ai marchi Seat, Skoda e ai veicoli commerciali che rappresentavano il 5% del fatturato. In seguito ha ricevuto la disdetta per il marchio Volkswagen. Ciò significa che a partire da agosto 2013 non potrà più essere concessionaria esclusiva del mandato Audi e da settembre 2014 di Volkswagen, Seat, Skoda e veicoli commerciali.
La concessionaria dichiara di aver investito, negli ultimi dieci anni, 22 milioni di euro nelle quattro sedi, adeguandosi agli standard richiesti dalla spa Volkswagen Group Italia e ricoprendo una superficie di immobili di circa 15 mila metri quadrati, attrezzati e strutturati per l’uso. Non è bastato a quanto pare. Il gruppo con sede a Verona si è limitato a comunicare la disdetta nei tempi di legge (2 anni) e la concessionaria lamenta di non conoscere le reali ragioni della revoca dei marchi: “Ci hanno solo detto che si tratta di una ristrutturazione aziendale”. Da Vgi rispondono diversamente: “Della revoca alla concessionaria Ghetti ne abbiamo discusso con i proprietari, con i quali abbiamo colloqui da mesi e siamo giunti assieme alla decisione finale. I proprietari sono liberi imprenditori, hanno la loro impresa, quindi loro è la responsabilità dei lavoratori che hanno assunto. Noi diamo solo la concessione alla vendita delle vetture. Ovviamente i dipendenti sono liberi di venire sotto i nostri cancelli, ma dubitiamo che Vgi sia l’attore più indicato a risolvere i loro problemi che umanamente comprendiamo”.
Conti o non conti, ci saranno quasi tutti i 100 lavoratori di Ghetti, giovedì 24 gennaio, sotto la sede veronese del gruppo Volkswagen. L’intenzione è quella di far conoscere all’azienda tutto il loro disagio. A tal fine hanno preparato un volantino sul quale si legge: “La casa madre attraverso vari incontri e corsi di formazione, ha sempre sostenuto che noi dipendenti e collaboratori del gruppo siamo parte di una grande famiglia, che rappresentiamo risorse per il gruppo, non solo per la ditta per cui lavoriamo, pertanto chiediamo che Volkswagen group Italia, nel caso di nuovo subentro, si possa impegnare a trovare per noi dipendenti una nuova collocazione, dal momento che presto, grazie alla loro revoca dei marchi, saremo tutti disoccupati”.
La decisione di recarsi in massa a Verona è nata dopo che è stato annullato “senza un’effettiva motivazione”, l’incontro in programma per venerdì 11 gennaio. Lo avevano voluto le rappresentanze sindacali unite di Cgil, Cisl e Uil che, assieme alla Confartigianato di Ravenna, hanno altresì chiesto alla direzione territoriale del lavoro di costituire un tavolo di crisi con le parti interessate: i rappresentanti del gruppo Volkswagen-Audi Italia, l’amministrazione provinciale e i Comuni di Ravenna, Faenza, Cervia e Lugo. I dipendenti di Ghetti a Verona con i loro striscioni chiederanno anche che la casa madre si assuma un impegno preciso in tal senso: per loro riuscire a creare un tavolo di confronto con le istituzioni è il primo passo per provare a scongiurare la mobilità. “In Italia non esiste solo la Fiat –ricorda uno dei 100. Ci saranno altre 40 concessionarie VW che entro il 2015 verranno messe in condizione di chiudere. Con la crisi sono cambiate le politiche di marketing: ora vogliono diminuire i punti vendita e ci riescono; anche solo revocando un marchio mettono in ginocchio un rivenditore”.
Ghetti pare essere destinata a fare la stessa fine delle sorelle Car Comauto di Milano, Frangi di Como, Audi Zentrum di Busto Arsizio e Sveag di Lecce. Tutte chiuse. E se non è dato ancora sapere chi venderà le marche del Vgi in provincia di Ravenna, visto che il gruppo dichiara di essere alla ricerca di “altri imprenditori in zona che abbiano determinate caratteristiche”, l’interrogativo rimane aperto soprattutto sul futuro dei 100 dipendenti faentini.