Cari i miei lettori, sono stato in Usa due settimane, per robe scientifiche, e vi vorrei raccontare un po’ di cose sulla mobilità ed i trasporti che ho visto lì.
La prima riguarda il prezzo della benzina, che da sempre è pochissimo tassata: costa circa 0,70 € al litro. Questo anche due anni dopo l’elezione di Obama, che è stato il presidente di gran lunga più sensibile ai temi ambientali. Obama è invece intervenuto sugli standard ambientali dei veicoli stradali, rendendoli assai più stringenti.
Perché questo? Perché in Usa i poveri stanno in posti molto decentrati e lavorano in posti altrettanto decentrati, e sarebbero quelli che pagherebbero di più, dato che hanno macchine vecchie che consumano molto. Chi può permettersi una macchina nuova e “ecologica” dovrà invece affrontare i costi legati a motori più sofisticati.
Il bello è che anche da noi, e per lo stesso motivo, gli operai vanno più in macchina degli impiegati, che sono meglio serviti dai mezzi pubblici. Ma noi abbiamo le tasse sulla benzina tra le più alte del mondo, e non ci sono grandi proteste, l’ambiente giustifica di tutto e di più.
In California stanno costruendo una linea ad alta velocità, che dovrebbe pagarsi da sola, senza soldi pubblici. Peccato che non è vero: i costi sono sottostimati e i ricavi sovrastimati (male comune!), così forse una quota di soldi pubblici dovrà arrivare comunque, e questo è fonte di grandi dibattiti. Da noi invece nemmeno ci si prova: le nuove linee ferroviarie, al sud come al nord, saranno interamente finanziate con soldi pubblici…infatti il nostro Stato può permettersi qualsiasi spesa.
La principale rete ferroviaria passeggeri americana si chiama Amtrak, ed è pubblica. C’è uno scandalo ricorrente perché ogni anno perde soldi, e deve essere sussidiata dallo Stato, suscitando vivaci polemiche alla tv e sulla stampa. In media riceve 700 milioni di euro all’anno!
Le nostre ferrovie, con una rete lunga la metà, prendono da sempre quasi dieci volte tanto quel sussidio ogni anno, e nessuno fiato…infatti il nostro Stato può permettersi qualsiasi spesa.
Le tariffe dei servizi ferroviari per i pendolari, in particolare intorno a New York, sono circa il quadruplo di quelle italiane. Siccome le famiglie americane sono in media ricche il doppio delle nostre, diciamo che il peso sui loro bilanci sia solo due vote tanto il nostro, non proprio quattro.
E’ un male o un bene questo tipo di politica pubblica per i trasporti? Non lo so, ma so che questo non è importante: quello che è sicuramente un bene è che queste politiche in generale sono il frutto di un duro e trasparente dibattito democratico, che a volte porta a differenziazioni rilevanti tra Stato e Stato. Da noi, nulla di simile: tasse e sussidi arrivano da Roma, nessuno discute e nessuno fiata. L’informazione è assente o distorta (ancora recentemente ho sentito definire Fs privata, perché sono una SpA….al 100% pubblica!).
Su questa linea, proviamo a raccontare una esperienza americana sicuramente buona: la metropolitana della baia di San Francisco, nota come Bart.
E’ una rete molto estesa, in parte sotto la baia. E’ costata un sacco di soldi, in piccola parte pubblici, messi dal governo federale e dallo stato di California. Il grosso del finanziamento è arrivato da tasse locali, sulle proprietà immobiliari servite e sui consumi della zona, cioè su tutto ciò che è venduto, anche ai supermarket.
Di nuovo, non so se questa è stata la soluzione migliore, o si poteva far meglio. Quello che è certo è che queste scelte politiche sono avvenute in seguito a un dibattito democratico vivacissimo e trasparente, a volte feroce. Ovviamente in questo dibattito è emerso come tema centrale l’uso alternativo possibile di quei soldi pubblici. Metropolitana o nuove strade? Metropolitana o riduzione delle tariffe dell’acqua, o asili nido? Pagano solo gli utenti, o i contribuenti nazionali, o anche la rendita e l’insieme dei cittadini dell’area interessata?
Quando da noi si arriverà a prendere decisioni con la trasparenza e il livello di informazione del pubblico come ho potuto verificare in America (con i pur vistosi limiti e difetti che ha), forse anche la nostra democrazia farà un passo avanti.