Antonio Moreno nel 2008 ha aperto un portale per consentire ai consumatori reclamare gli abusi. In due anni li ha aiutati a risparmiare circa 500 milioni di euro. E la società di energia Endesa lo ha trascinato in tribunale ma ha perso
“Sapevo di aver ragione, è matematica”, spiega Antonio Moreno, ingegnere di Siviglia. Il giudice Manuel Pérez Echenique non ha dubbi: è questione di libertà di espressione e diritto d’informazione. La seduta è sciolta. Tutti a casa. Davide ha vinto, ancora una volta, su Golia. La storia risale a quattro anni fa, quando il pensionato Antonio Moreno decide di denunciare pubblicamente su un sito web le irregolarità che l’industria dell’energia elettrica effettua tutti i mesi nelle case degli spagnoli. Irregolarità che gonfiano le bollette della luce, a favore delle imprese. Nel suo portale, aperto nel giugno 2008, il signor Moreno racconta tutti i dettagli. E offre agli utenti un’applicazione informatica che permette a qualsiasi cittadino di ottenere i dati necessari per reclamare un abuso. E in due anni ha aiutato i consumatori iberici a risparmiare circa 500 milioni di euro.
Endesa, la più grande società di energia elettrica in Spagna, lo aveva così trascinato in tribunale, reclamando la chiusura della pagina web e 50 mila euro più Iva per danni “all’onore”, dopo che il pensionato aveva messo in rete un articolo intitolato “Endesa, l’impunità pirata” con una vignetta satirica dove compariva l’edificio della multinazionale con una svettante Jolly Roger. La battaglia del signor Moreno contro le compagnie elettriche non è, in realtà, cosa nuova. Nel 1994 l’ingegnere viene licenziato dalla filiale spagnola del primo fabbricante mondiale di contatori di luce, la Landis & Gyr, per non aver sottoscritto un accordo sotto banco sul prezzo dei contatori. Accusato di tradimento, da allora è diventato il Robin Hood dei consumatori spagnoli. E ogni giorno denuncia le illegalità che le grandi multinazionali escogitano per gonfiare le fatture.
Grazie alle sue continue rivendicazioni, finite spesso sul tavolo dell’Autorità garante per l’energia e il gas iberica, il governo socialista di José Luis Zapatero aveva ridotto il prezzo dei contatori di un 10 per cento e aveva proibito alle compagnie di riscuotere un extra per la sostituzione dei vecchi contatori meccanici con quelli elettrici. Nel 2011 però Moreno denunciava la multinazionale Endesa, colpevole di sostituire i vecchi contatori senza preavviso, come previsto dalla legge. “Le compagnie non avvisano gli utenti per non far sapere loro il vero consumo segnato nel contatore al momento della sostituzione”, accusava il pensionato. E il tribunale andaluso gli aveva dato ragione.
Per Moreno, però, la madre di tutte le violazioni è quella piccola tassa di locazione che ogni mese tutti gli spagnoli devono pagare sui propri contatori. La legislazione iberica in materia, che lui ben conosce, afferma che l’unico costo previsto riguarda “il rinnovamento e l’attualizzazione” dei contatori della luce. Perciò, secondo i calcoli dell’ex ingegnere, i clienti hanno pagato più di 10 miliardi di euro alle multinazionali dal 1985 per un servizio che non è legale. È tutto scritto lì, nella denuncia di oltre 300 pagine che il pensionato ha postato sul suo portale. Con tanto di documentazioni, leggi e regolamenti del Boletín oficial dello Stato. Da allora Endesa lo perseguita. “Il motivo reale perché chiedono la chiusura del mio sito è impedire che gli utenti si informino sulle magagne che ho scovato nelle fatture della luce e facciano ricorso grazie alla mia applicazione informatica”. Senza contare, segnala Moreno, che a ogni reclamo ignorato per più di cinque giorni i clienti hanno diritto a un indennizzo di 30 euro. Lui però, che percepisce una pensione sotto i mille euro, si rilassa ai fornelli e fa sogni tranquilli. Per il momento sa di vincere contro Golia. Almeno finché la matematica non è un’opinione.