“Carissima Laura,

è bello leggerti al di fuori dei contesti di diatriba politica…solo poche righe per dirti che ti stimo e ti seguirò sempre, nonostante voterò Rivoluzione Civile di Ingroia… l’unico che, almeno per adesso, non mi delude. Sarebbe bello vederti con lui, visto che avete le stesse priorità in relazione ai temi più importanti: la green economy, l’ambiente, il sociale. (…)”.

Ho scelto di aprire questo mio post riportando per intero due passaggi di una mail che mi ha mandato una persona che mi stima, come donna e come politico, che però sta decidendo di fare una scelta diversa dal Pd per le prossime elezioni. Mi chiede anche cosa penso della campagna elettorale che sta portando avanti Bersani, dei contenuti e di un eventuale rapporto postumo con Mario Monti.

E mi incalza, come fanno molti: “ma che ci fai nel Pd”?

Che ci faccio: cerco di cambiare le cose da dentro, di contaminare un mondo che ritengo capace, ricco di potenzialità ma a volte arretrato e conservatore su certi temi e posizioni. Un po’ impantanato, ecco. Io combatto fieramente per cambiare un partito che a mio giudizio ha tutte le carte in regola per governare l’Italia. E dopo vent’anni di Berlusconi non è poco!

E’ un partito perfettibile ma che ce la sta mettendo tutta per rinnovarsi e dimostrare la propria buona volontà.

Io ero tra coloro che chiedevano primarie per i parlamentari e liste pulite. Oggi mi ritengo soddisfatta, il mio partito ha davvero un passo in più rispetto a molti altri partiti e io sono fiera di farne parte.

Visto che mi si è chiesto di Ingroia dico, per esempio, che soffrirei molto in questi giorni se fossi parte del movimento che lo sostiene. Quanta differenza in come abbiamo costruito noi le liste e come le ha dovute costruire lui. Un dato è sotto gli occhi di tutti: i candidati indicati dalle assemblee territoriali, dalla società civile, nelle liste vengono dopo, dopo rappresentanti di partiti che se si presentassero senza l’effige di Ingroia ormai non supererebbero le soglie minime.

Credo che con queste scelte Ingroia abbia depotenziato molto le due parole cardine del suo slogan: rivoluzione e civile. Sarebbe stata una rivoluzione se si fosse tenuto le mani libere e avesse riempito le sue liste davvero di persone comuni e impegnate! Invece, neanche lui è stato in grado di spezzare lacci e lacciuoli a cui l’hanno obbligato i partiti della prima e seconda Repubblica con cui si è coalizzato. Ha dovuto usare il bilancino per garantire posti in posizioni eleggibili ai capi dei partiti che lo sostengono.

Al magistrato Ingroia, va tutta la mia stima, intendiamoci, abbiamo persino molti temi programmatici comuni. Ma quando mi si dice staresti meglio con lui ci tengo a fare dei distinguo.

Consiglio a tutti coloro che guardano con favore alle liste “rivoluzionarie” di guardar oltre lo slogan, di analizzare chi sono le persone che andranno ad eleggere, i loro vissuti, i loro valori e obiettivi di partito anche. Non c’è solo Ingroia nelle liste di rivoluzione civile. Lui è uno.

Alle persone che mi stimano, perciò, chiedo un atto di fiducia in più, di riconoscermi una capacità critica vera, una passione e una spinta rinnovatrice autentica. Mi piace pensare che io e quanti mi seguono e sostengono potremmo fare davvero la differenza nei “palazzi del potere”.

Guardiamoci negli occhi: le cose si cambiano governando. Che bello sarebbe fare una rivoluzione ma stando al Governo, no all’opposizione puri e duri no. L’Italia ha bisogno di veri cambiamenti ora, subito.  Io lo credo possibile.

Occorre però che gli elettori facciano scelte intelligenti: il centrosinistra non vuole governare con Monti. Deve però poter governare da solo e lo può fare ottenendo il massimo dei voti possibili. Vogliamo un cambiamento rivoluzionario alla guida del nostro Paese? Facciamo scelte intelligenti. Questo è il mio appello al voto.

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