La Shoah è diventato un argomento di discussione pubblica solo a partire dagli anni ’70, prima si faceva fatica a parlarne. Ne è convinto Robert Rozett, direttore delle biblioteche di Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. “Conserviamo 140 milioni di documenti – racconta – che ci hanno fatto identificare 4,2 milioni di persone uccise dai nazisti”. Il museo vuole essere sia il luogo della memoria, ma anche uno spunto per la riflessione su una delle più grandi atrocità che hanno attraversato l’Europa di Cosimo Caridi