Il Professore: "Siamo elettoralmente avversari della sinistra e ci preoccupa la forte influenza del sindacato". Il presidente della Puglia: "E' nostro avversario. La sua apertura al Pdl è emblematica". Berlusconi: "Il capo del governo è un professorino"
Né il polo con la destra e la Lega né quello del Pd “con l’estrema sinistra” danno garanzie di andare avanti “con le riforme per scrostare l’Italia dagli interessi corporativi delle categorie”. Il presidente del Consiglio Mario Monti definisce daccapo il campo di “battaglia” per le elezioni politiche, sgombrandolo da retroscena su presunti patti, accordi, movimenti di avvicinamento o meno. Negli ultimi mesi, ha detto il Professore, il Pdl ha ricomposto “un polo di destra” con la Lega e il Pd l’altro polo “con l’estrema sinistra”, ma “nessuno dei due poli così ricostituiti dà, secondo me, la garanzia di volere fino in fondo e comunque di riuscire ad andare avanti con le riforme”. Poi l’attacco frontale al centrosinistra: “Siamo elettoralmente avversari della sinistra e a maggior ragione della sinistra di Vendola, e ci preoccupa la forte influenza della Cgil sullo schieramento di Bersani”.
In effetti in questo il presidente della Regione Puglia pare essere d’accordo con Monti: “Lui è nostro avversario – ha spiegato Vendola – La sua apertura al Pdl è emblematica e ha rivelato il suo sentimento genuino di uomo di destra. Monti si deve rassegnare perderà queste elezioni e non riuscirà a diventare la badante di Bersani”. Nel frattempo pure Bersani replica a Monti, dicendosi “meravigliato” degli “attacchi” del presidente del Consiglio: “La campagna si sta accendendo non nella direzione giusta. Siamo meravigliati dal professor Monti, che si sta affidando ad un guru americano e sta mettendo in pratica una campagna elettorale d’attacco nei nostri confronti. Il problema è che, finite le elezioni, i guru americani se ne vanno via, mentre i problemi dell’Italia rimangono”.
Nella zuffa “tutti contro tutti” si butta (come non potrebbe essere) Silvio Berlusconi: “Se vinceste 50mila euro al totocalcio a chi li dareste per investirli? – è la domanda retorica che si fa in un’intervista alla tv locale T9 – A un professorino come Monti che ha sempre visto e guardato l’economia dal buco della serratura della sua aula? O a un politico di mestiere come Bersani? O a tutti gli altri politici di mestiere come Fini e Casini? A Vendola che vuole mandare i ricchi all’inferno?”.
Monti: “Ferito dal Cavaliere quando dice che abbiamo fatto un disastro”
Poi Monti si rivolge dall’altra parte quando racconta che “il mio orgoglio professionale e umano è ferito quando chi quattordici mesi fa mi ha lasciato il posto dice che l’economia andava bene e ora si è creato un disastro”. Il riferimento è ovviamente al predecessore, Silvio Berlusconi. “Cerco di non attaccare – ha sottolineato – ma a volte vengo un pochino provocato”. Il rapporto con il Cavaliere, che Monti non vede da alcune settimane, “è sempre stato molto buono”, tanto che, l’ultima volta che lo invitò a cena a Palazzo Chigi, Berlusconi gli propose di “esser il federatore dei moderati al suo posto”. “L’ultima volta che l’ho invitato a cena a Palazzo Chigi, perchéè credo molto nella consultazione tra predecessore e successore, mi hanno detto che era animato dall’intenzione di far venir meno la maggioranza, poi mi sa che la cena è andata bene, perché mi ha offerto di federare i moderati al suo posto”.
E tuttavia Monti non sembra chiudere le porte a nessuno: “Quando il parlamento sarà insediato si potrà parlare di alleanze”. Monti ha voluto ricordare che sarebbe “vecchia politica non buona dichiarare alleanze adesso, non per ragioni di tattica ma ideali. Il nostro obiettivo è raccogliere molti voti. Siamo a vocazione maggioritaria, nel corso del tempo, non so in quanto tempo”. Di certo “non c’è il disegno di un’alleanza con il Pdl, ma un dialogo sui contenuti che esiste con alcuni schieramenti del Pdl come del Pd”. Il presidente del Consiglio ha ribadito che il suo obiettivo è di “unire e federare i riformisti” sia nel centrodestra sia nel centrosinistra.
L’affaire Mps
Infine si difende sulla vicenda Mps, definendo tra il finanziamento del governo alla banca “un prestito”, diverso dall’Imu che “è una tassa: una volta pagata, non torna indietro”. “Se il prestito ci sarà, sarà a tasso molto elevato” sottolinea Monti: “Ricordo che il governo ha proposto e il Parlamento ha approvato il finanziamento fino a 3,9 miliardi di euro per il Monte dei Paschi. Questo avverrà, se avverrà – Monti ha utilizzato più volte la formula ipotetica – a fronte di emissione di obbligazioni che il ministero dell’Economia acquisterà. A Mps, se ci sarà, sarà un prestito”.
“Il prestito – ha aggiunto Monti – è stato deciso perché quando le autorità bancarie europee hanno aumentato il coefficiente di capitale richiesto, dal 7,5 al 9% dei depositi, le altre banche italiane erano già in ordine, Mps ha dovuto aumentare il capitale e allora è stato previsto dai nostri tecnici questo finanziamento, in obbligazioni a un tasso di interesse molto elevato e anche questo su richiesta delle autorità europee perché se uno Stato finanzia una banca a un tasso di interesse inferiore a quello di mercato lì si cela un aiuto di Stato che distorce la concorrenza. Quindi il tasso deve essere alto e nella fattispecie è molto più alto di quello dei cosiddetti Tremonti bonds di qualche anno prima. In più, rispetto a quei bonds qui è stabilito che nel caso la banca, trovandosi in situazioni di difficoltà non riuscisse a pagare gli interessi dovuti al Tesoro, dovrà dare proprie azioni al Tesoro, quindi sarebbe in quell’eventualità una sorta di nazionalizzazione di risulta”.
Ma Bersani reagisce duramente. “Non si azzardino a dire a livello subliminale, destra e Lega, che sul Monte dei Paschi su questa commistione politica siamo stati scorretti perché li sbraniamo – ha affermato il segretario del Pd -Se ci cercano noi del Pd ci siamo. Sulla questione del Monte dei Paschi si parla di localismo, di Comune, di Provincia? Se si parla di questo è documentato che il nostro partito è sempre stato contro. Il sindaco ha favorito un ricambio nei vertici del Mps e il sindaco poi è saltato”. Bersani ha anche ricordato che Monti ha candidato un sostenitore di Mussari: “Si parla di derivati? – continua Bersani – Si registri la battaglia che abbiamo fatto per limitare questi strumenti e si guardi invece a Tremonti che invece li consigliava”.
Vendola: “Gli amici di Mussari stanno con Monti”
Il segretario di Sel, nel frattempo, si schiera in difesa dell’alleato Bersani anche sul caso Mps. Venerdì Monti ha attaccato frontalmente il Pd dicendo che ha responsabilità su quanto accaduto: “Gli amici di Mussari – dice Vendola – stanno con Monti, è bene che Monti taccia. Il sindaco democratico che ha aperto la questione e ha messo in discussione la sua poltrona per dire la verità è stato fatto saltare da persone che ora stanno con Monti”. La stessa tesi sostenuta anche dall’esponente Pd Massimo D’Alema, intervenendo a Omnibus su La7: “Il professor Monti, che ora punta il dito contro di noi, ha preso quello che fino all’ultimo ha sostenuto la vecchia gestione di Mps e ha contribuito a rovesciare il sindaco, e lo ha messo nella sua lista elettorale. E si mette pure a farci la morale. Siccome ho stima di Monti, sono sicuro che qualcuno ha preso la decisione alle sue spalle”. Il riferimento di D’Alema è ad Alfredo Monaci, ex amministratore dell’istituto senese, candidato nella Lista Monti in Toscana alla Camera. In ogni caso Vendola sottolineato che “nella vicenda di Siena c’è stata una spaccatura nel Pd, che deve riflettere perché avevamo ragione noi quando dicevamo che la sinistra deve rinnegare la finanza opaca”.
Bersani: “Sui costi della politica bisogna andare giù con il badile”
Pierluigi Bersani rilancia nel frattempo sul taglio dei costi della politica: “Se non si capisce che non si può fare la spesa con i soldi pubblici, bisogna andare giù col badile”. “La prossima legislatura – ha scandito Bersani – deve essere caratterizzata da due parole: moralità e lavoro, e ho mezzo prima la moralità perché se non si parte da lì non si arriva al lavoro. Non si può fare nulla in un rapporto di non credibilità e sfiducia tra i cittadini e la politica. I rischi corsi, la strada fatta è in nome di questo: l’abbiamo sempre concepito come la premessa indispensabile per poter presentare una forza come una forza che può dire le parole onestà, partecipazione, moralità. Dobbiamo partire da lì, a cominciare dalla politica. Se non ripristiniamo il punto costituzionale per cui la funzione istituzionale la devi esercitare con dignità e onore, non si va da nessuna parte”.
Berlusconi: “Un piccolo miracolo recuperare 10 punti in un mese”
Intanto Silvio Berlusconi gongola dopo il recupero del distacco con il centrosinistra registrato dai sondaggi. “Io credo che abbiamo fatto un piccolo miracolo recuperando 10 punti in meno di un mese. I dati che noi abbiamo sono diversi di quelli pubblicati da Repubblica, io credo di più ai dati Euromedia. E confido che i dati Euromedia siano quelli della realtà”. “Esiste ancora un numero importante di elettori che sono nell’area del non voto. Gran parte di questi elettori, quasi il 50% sono elettori che nel 2008 ci avevano dato il loro voto. Noi contiamo di poterli far riflettere su quella che è stata la causa della loro delusione, il perché noi abbiamo sostenuto i provvedimenti di questo Governo dei tecnici”.