Il leader del Movimento 5 stelle annuncia da Ravenna il rientro sulla tv generalista. Poi accusa Pd e Pdl per i soldi chiesti ai candidati per entrare nelle loro liste, come rivelato dal Fatto Quotidiano. "Monti dice che gli sono simpatico? Lo denuncio per diffamazione al contrario"
“L’ultima settimana della campagna elettorale ci sarà una sorpresa, andrò in tv”. Lo dice Beppe Grillo, all’arrivo dello Tsunami tour in Romagna. Giusto il tempo di parcheggiare il camper in piazza Garibaldi a Ravenna e comincia il bagno di folla per il leader del Movimento Cinque Stelle, lieto di annunciare il ritorno sul tubo catodico abbandonato lustri fa per il web.
Sono aperte le trattative, nessuna sicurezza ancora, ma non è escluso nessuno canale televisivo, neppure la Rai. Sono passati quasi vent’anni dall’ultima apparizione tv in Rai e ora gli studi di Cinecittà potrebbero accoglierlo di nuovo. Era il 2 dicembre 1993, venne trasmesso Beppe Grillo Show su Rai1 dal Teatro delle Vittorie di Roma. Risultato? 15 miloni di telespettatori.
Dopo la Rai ci furono le apparizioni sulle paytv: Tele + e infine il messaggio di fine anno su Sky. Ora, invece, il grande ritorno sulle ammiraglie generaliste. A dirlo a margine dell’incontro in piazza è stato lo stesso Grillo, sorpreso di un ritorno dopo tanto tempo in una terra non sempre senza polemiche e che lo accoglie a braccia aperte. Sole alto e temperatura gelida non hanno impedito l’arrivo di molti sostenitori 5 Stelle e la curiosità ora è tutta per quello che succederà l’ultima settimana, con la presenza in televisione: “Del resto non posso non andarci”.
In piazza i candidati emiliani, prima fra tutti Giulia Sarti, capolista alla camera per l’Emilia Romagna. Ma anche tanti personaggi chiave per il Movimento in Romagna: Pietro Vandini, Fabrizio Martelli, Piero Buosi, Fabrizio Landi e Andrea Palli. Ad accogliere Grillo un risciò che lo accompagna per una sfilata tra i sostenitori della piazza fino sul palco del comizio. La foga del leader va subito contro il Pd e Pdl che, dopo l’inchiesta del Fatto Quotidiano, hanno rivelato come consuetudine quella di versare tra i 20 mila euro e i 35 mila euro come contributo per la campagna elettorale e per essere inseriti in lista. “Se mi fate una domanda così, io cosa posso dire?”, comincia il leader. – Che siete matti? È una follia, queste persone, questi candidati meritano di andarsene tutti a casa. I nostri candidati hanno versato zero euro per entrare in lista. Noi ci autofinanziamo con collette e finanziamenti. Altro che 35 mila euro. A Ravenna hanno speso 2000 euro. Le donazioni sono tutte 50\100 euro, ma ci sono anche donatori grossi”. Ma c’è n’è per tutti a Ravenna, Beppe Grillo si scaglia infatti contro Monti che nelle ultime apparizioni ha avuto parole di simpatia per lo stesso leader Cinque stelle: “Mi vogliono rovinare capite? Io li denuncio per diffamazione al contrario. Non posso essere nemmeno associato all’ex primo ministro”.
Sereno nonostante le tappe continue del tour che lo sta portando in tutta Italia, Grillo stringe mani e chiacchiera con i sostenitori che lo cercano per raccontare piccoli problemi di vita quotidiana dove, gridano a gran voce, “non se ne può più”. Il lavoro è il tema più gettonato e Grillo ci tiene a tornare sulla questione: “Qui siamo nel regno di quelli che hanno promesso il lavoro. Ma ora questa parola è diventata orrenda”.
E ad ogni parola di troppo, Grillo ferma i sostenitori e fa gridare in coro “populista, megalomane, demagogo”. Prende le accuse più frequenti e le sbeffeggia. Una timida protesta dal balcone che si affaccia su piazza del Popolo a Ravenna: “Grillo il nuovo alleato dei sionisti”. A cui il leader risponde: “Perché mi fate vedere queste cose? Lasciateli stare, è la democrazia. Tutti possono esprimere la loro opinione”. Un saluto prima di riprendere il camper e partire per la tappa di Cesena, poi Rimini. Una corsa contro il tempo tra una meta e l’altra, anche se in mattinata voci indiscrete dicono ci sia stato un incontro con i dissidenti di Forlì. Quest’ultima tappa non rientra nel percorso romagnolo, ma il leader non vuole saperne di dietrologie: “Se per questo non siamo nemmeno andati in tanti altri paesi della Romagna. A Forlì hanno fatto un loro movimento, io gli ho dato una mano per farsi eleggere. Fine della discussione”.