Prima proposta editoriale in versi. La poesia, si sa, è poco letta. Snobbata (talvolta derisa). E ci vuol coraggio a proporsi, tanto al pubblico quanto agli editori, che preferiscono pubblicare gialli e romanzi storici. Va dove ti porta il mercato, insomma. E buona lettura (reb).
Poesie
di Valentino Franchitti
Parola ferma
1.
Inverno –
Legno –
Vetro –
Inverno –
Risalire verso questo
Aprire il ferro
2.
Ai margini della parola vuota
Tu sole imbiancato
Io fuoco rappreso
Ferro aggrumato
3.
Tu sai il freddo muto
bevi la luce con gli occhi costretti
Prepari un nuovo gioco
Una nuova mancanza
Frantumi
Ogni gesto
Ogni suono
La tavola è pronta
I feticci al loro posto
4.
Dalle carcasse inabissate
Nasce il figlio spezzato
Ecco
un ferro segreto
chiude la verità
Dove prima era il giaguaro
1.
Io abito qui
Dove prima era il giaguaro
E prima ancora
Il sogno di una distanza
La tua voce è febbre
Altre voci
Riflesse
In occhi piumati
La bocca mangia cieca
Senza più braccia
Sulla rima delle palpebre
2.
L’odore del fuoco
Non è l’occhio incendiato dei carbonai
E non è nebbia
giorno di tufo
onda notturna
È solo vapore sui vetri
Tu chiami
Io vengo a cercarti
Nell’angolo minore
Nell’opposto del dove
La parola sanguina
3.
Sotto la superficie del frastuono
La paura è liquida
La mia mano
Ti vede
Accostale la guancia
4.
Nella gola la neve
Spezza i polsi
Sonosenza corpo
Nasco dalle tue labbra
Al tuo volgerti verso la notte
Mi dissolvo
5.
Estratto dalla bocca
Il ferro notturno
Al suo culmine s’inclina
Invasa
La stanza geme
Non più me stesso
Non più il tempo
6.
Tutto il buio del mondo
Pesa sulla parola isolata
Io da questo
Raggrumo
Si accende col nuovo giorno
L’occhio palpitante
Sul presepio degli ambulanti
7.
Uccelli dalla tua spalla si destano
Nel cielo bianco
Luce senza origine
Senza più madre
8.
Nel giorno tetanizzato
Nessuno può dire il Nome
Attraverso il reticolato
La notte non può deglutire
L’odore della neve
9.
Le schiere occidentali dei pioppeti
Graffiano la guancia del sole
Luce di carne
Palpebra di pietra
Occhio d’acciaio
Lacrime
Sotto la sabbia
Scorpioni
Quarta di copertina
Questi sono versi inediti. Scritti durante la lettura di Celan, Bonnefoy, ma anche Pizarnick, Mutis, Mandel’štam. Sono versi che partono dagli angoli grigi della geometria dell’esistere per cercare luce, colmare distanze o, almeno, prenderne atto . Come voci che bisbigliano. Sono lo spazio tra le cose.
L’autore
Valentino Franchitti nato a Torino nel 1963 dove vive e lavora.
Laureato in psicologia e logopedia . Ho pubblicato una raccolta di poesie nel 1991 per le Edizioni Il Grappolo (“il Delirio e la Memoria”). Una seconda raccolta di poesie (“Le ombre ed altre poesie”) è stata pubblicata on line, da “ilmiolibro.it” . Qualche sua poesia è stata pubblicata in alcune riviste letterarie. Ha partecipato a qualche concorso ottenendo alcuni riconoscimenti («poi mi sono stufato», dice).