Attoniti assistiamo alla barbarie della politica. Si scannano tra loro, perché riuscire a formare, con accordi sottobanco, la maggioranza di governo di domani è di vitale importanza.
E’ sopravvivenza!
Non importa chi si allea con chi, l’importante è raggiungere o mantenere l’agognata sedia in Parlamento.
Non è cambiato nulla, è tutto come 20 anni fa, infatti se questi “concorrenti” in corsa, sono gli stessi “concorrenti nella strage di via dei Georgofili”, o qual dir si voglia “mandanti esterni a cosa nostra” per le stragi del 1993, poco importa.
E’ vero, è fortemente vero: suoniamo la solita musica, ma perché in giro non si vedono forse i soliti teatrini di ogni appuntamento elettorale, vecchi di 20 anni?
Prendiamo gli scandali legati alle Banche che ci inchiodano alle televisioni per capire se i soldi li tenevano in quei forzieri solo il rosso o anche il nero del Paese, ovvero tutti insieme appassionatamente.
E a noi cosa torna alla mente?
Inevitabilmente ricordiamo un attentato in questo Paese della serie 1993 – 1994, quello del 14 aprile 1994 a Totuccio Contorno, il “pentito” per antonomasia, la mafia gli ha ucciso 20 parenti fra i più stretti per frenare la sua collaborazione con la giustizia.
L’attentato del 14 aprile 1994 è l’ultimo della serie stragi 1993-1994, sette stragi in meno di un anno. Infatti non è stato il fallito attentato all’Olimpico l’ultima strage messa in atto da “cosa nostra” negli anni ’90, come da 20 anni si cerca di far passare come messaggio, ma bensì l’attentato fallito a Contorno eseguito in zona Formello a Roma.
Ebbene in quei giorni a ridosso del 14 aprile 1994 i pentiti di mafia stavano giusto parlando e verbalizzando di Banche e guarda caso strano con l’attentato a Contorno sono stati intimoriti e hanno smesso di parlare.
Sarà un caso ma è abbastanza singolare che ogni qualvolta emerge qualcosa dal pantano delle ruberie nel quale si dibatte la politica, ancora oggi l’argomento sia riconducibile a uno dei sette eventi stragisti che hanno insanguinato l’Italia dal 14 maggio 1993 al 14 aprile 1994.
Dissi un giorno di tanti anni fa a Gabriele Chelazzi, il pm per le stragi del 1993: “Mio marito mi accusa di ricondurre alla strage di via dei Georgofili anche il minestrone venuto male”.
Il grande Magistrato mi rispose: ma è vero signora a quella maledetta strage è riconducibile molto, troppo, hanno rubato veramente tanto.
E infatti ancora 20 anni dopo è sotto gli occhi di tutti che hanno rubato e sono sempre gli stessi, pronti lì a bisticciare per il nuovo governo che andranno a formare.