Una squadraccia di controllori getta un clochard con le stampelle giù da un tram, facendolo cadere per terra. E’ il Giorno della memoria. Accade nella Milano che ha appena celebrato, al mattino, l’apertura del Memoriale della Shoah al Binario 21 della Stazione Centrale, con un Berlusconi allegramente ronfante in prima fila, che si riscuote solo per dire che Mussolini in fondo non ha fatto niente di male, se non, forse, a pensarci bene, quelle leggi razziali che poteva anche risparmiarsi. Tutto il reticolo di Prefetture, Questure, burocrazie ferroviarie che hanno reso possibile il censimento e la deportazione degli ebrei italiani non lo sfiora nemmeno.
Credo che ieri il Giorno della memoria abbia avuto un significato – più che per tante retoriche – per gesti come questo: l’intervento dei passeggeri di un tram in difesa di un clochard aggredito dai controllori.
Ma il fatto che molti passeggeri abbiano reagito non toglie che sia inaccettabile lo spettacolo, da tempo diventato consueto, di controllori dell’Atm che vanno in giro come manipoli aggressivi, rivolti contro persone che identificano, semplicemente, come stranieri e poveri.
Se vogliamo parlare di memoria, non dovremmo dimenticare che il Terzo Reich cominciò, come tutte le dittature, con la “pulizia” dei barboni, dei clochard, dei malati di mente, degli alcolisti, degli zingari, ovvero degli “asociali”.
Che provvedimenti verranno presi, dal Comune e dall’Atm? Sarebbe importante saperlo, a pochi giorni dalle elezioni. Perché non è questione di buoni sentimenti, ma di politica. Anzi, dell’essenza della politica.