Pasquale Rinaldi, eletto due anni fa nel quartiere Savena di Bologna sbatte la porta ed esprime il suo malumore contro Grillo online: "Vogliono un sistema ideale che tende alla scomparsa dei partiti e dove il Parlamento e le altre istituzioni rappresentative sono organi ridondanti e quindi potenzialmente da abolire"
A pochi giorni dalle dimissioni del consigliere comunale di Carpi, Lorenzo Paluan, un altro esponente del Movimento 5 stelle in Emilia Romagna dice addio a Grillo. È Pasquale Rinaldi, eletto due anni fa al quartiere Savena di Bologna, nelle file dei 5 stelle. Lo scrive lui stesso, in un lungo post pubblicato sul suo blog: “Ho lasciato in seguito a un duro scontro consumatosi di recente all’interno del Movimento bolognese, ma soprattutto perché negli anni io ed il Movimento siamo cresciuti lungo due strade divergenti”.
Attivista storico dei 5 stelle, vicino allo scomunicato Giovanni Favia, è sempre stato tra i militanti più critici verso la strategia dei diktat e delle espulsioni, da quella del consigliere di quartiere Filippo Boriani a quella di Federica Salsi. E negli ultimi tempi, non aveva mai nascosto una certa insofferenza. Nelle assemblee degli attivisti era stato tra i pochi, infatti, a esprimersi pubblicamente contro i post scriptum del blog di Grillo e contro le diffide sull’uso del simbolo arrivate in Emilia Romagna. Posizioni ribadite anche nel suo ultimo intervento pubblicato online: “Gli attivisti non possono esercitare nessun controllo sul Movimento, quindi i più accorti non possono fare altro che sperare che Grillo non si lasci prendere troppo dalle proprie visioni eversive”.
Ma a motivare il suo abbandono è soprattutto una riflessione sugli sbocchi politici futuri del Movimento di Grillo. Secondo Rinaldi, il Movimento non è più quello di tre anni fa, quando lui si avvicinò alla politica, “senza alcuna esperienza pregressa ma con il bisogno di un cambiamento”. Ha preso una strada diversa. Si sta rivelando “un sistema ideale che tende alla scomparsa dei partiti e alla loro sostituzione con un unico movimento che si fa portavoce, tramite strumenti di democrazia diretta, della volontà della gente”. Una struttura “in cui il Parlamento e le altre istituzioni rappresentative sono organi ridondanti e quindi potenzialmente da abolire”. Insomma, “si tratta di smantellare buona parte della Costituzione italiana nella quale mi riconosco pienamente”.
Il tutto, secondo il consigliere, fa parte di un progetto politico tenuto nell’ombra e mai esposto pubblicamente: “Si riesce a delineare con fatica rimettendo insieme frammenti di dichiarazioni pubbliche, rivelazioni private, slogan, accenni, eccessi, smentite, pensieri contraddittori, espressioni comiche e così via”. Per questo, continua, “non capisco per quale motivo dovrei continuare a sostenere il Movimento nella speranza che la sua visione politica rimanga lettera morta. Nella speranza che Grillo non faccia sul serio. Vedo più naturale impegnarmi e battermi per delle idee che ci portano verso un maggiore progresso, piuttosto che il contrario”.
L’allontanamento di Rinaldi arriva a poche settimane dalle dimissioni di Lorenzo Paluan, consigliere comunale di Carpi, nel modenese, sostenuto dalla Lista civica 5 stelle e da Rifondazione comunista. Nel suo caso, sono state le posizioni di Grillo nei confronti degli attivisti di Casapound ad averlo spinto a lasciare definitivamente il simbolo dei 5 stelle e insieme il seggio in comune: “Un movimento che nasce per chiedere più democrazia, non può essere non antifascista”.