“Come si permette a fare i nomi in un teatro… sti bastardi!!!!” E’ solo uno dei quasi cento commenti che ieri sono stati postati sulla bacheca di Tiziana Di Masi, attrice e autrice insieme ad Andrea Guolo dello spettacolo “Mafie in pentola“, che da qualche anno gira i teatri di tutta Italia. “Ma chi è sto rimbambito?” chiede una signora. “…na stronza che non sa minimamente la storia della nostra via” gli risponde un altro.
“Mafie in pentola” è uno spettacolo che parla del riscatto sociale attraverso i prodotti che vengono coltivati sui beni confiscati. Ma in ogni località che viene toccata dalla tournée, Tiziana e Andrea aggiungono un episodio di cronaca locale, a significare che la mafia è in mezzo a noi e non confinata in un luogo lontano che non ci riguarda. A San Donato Milanese, nell’hinterland sud del capoluogo lombardo, hanno scelto di citare un blitz del 2009 che ha portato in carcere, fra gli altri, i fratelli Iacono. E di paragonare lo spaccio che avveniva nella loro via a quello di Scampia: “Scampia sembra lontana, ma era qui – recita l’incipit del passo incriminato – Scampia era in un vicolo cieco di San Donato Milanese, via Giuseppe Di Vittorio, sorvegliato giorno e notte dalle vedette della mala, che controllavano chi entrava e chi usciva, chi entrava e chi usciva. Scampia era un supermarket lombardo della droga, gestito dal clan Iacono, originario della provincia di Ragusa, che in alcuni appartamenti di quel vicolo smerciava cocaina ed eroina, hashish e pasticche. Lo chiamavano ‘la Via’, lo consideravano impenetrabile, un luogo sicuro per fare affari e situato non nell’infernale periferia di Napoli, ma a quattro chilometri dal Duomo di Milano“.
Apriti cielo. I commenti si sono equamente divisi fra chi manifestava solidarietà alla famiglia Iacono (“Persone di cuore come poche”, “Chiunque in via ha avuto necessità si è sempre trovato uno degli elementi di questa famiglia al proprio fianco”) e chi si è sentito offeso per il paragone con il quartiere napoletano (considerato, quello sì, sede del male assoluto).
La famiglia Iacono non è nuova alle cronache locali. Considerati emissari della “Stidda” siciliana e legati alla famiglia Dominante -Carbonaro di Vittoria, in provincia di Ragusa, vennero coinvolti in una grande operazione della Dda milanese contro lo spaccio nelle zone di Rozzano, San Donato e Corsico già nel 1997. Nel 2009 vennero arrestati Marco e Salvatore Iacono, mentre Massimo era già detenuto a Opera. Anche la loro madre aveva avuto problemi con la giustizia, accusata di aver coperto la fuga di alcuni latitanti dopo una rapina. I parenti e gli amici, su facebook parlano di “errori” che sono stati pagati, tant’è che Salvatore è libero e partecipa al dibattito.
C’è, però, un particolare a complicare la vicenda rispetto alle minacce subite da Giulio Cavalli per le sue denunce a teatro. Il monologo di Tiziana è stato recitato in uno spettacolo organizzato per le scolaresche e fra il pubblico sedeva anche il figlio di una delle persone arrestate, che pare fosse all’oscuro della storia familiare e che da quel momento è diventato il bersaglio degli scherzi dei compagni. La domanda che alcuni pongono è: ha senso fare i nomi, nel momento in cui si sta parlando a dei ragazzi delle medie, trattando fatti che si sono svolti sul territorio? E più in generale, quando si va a parlare nelle scuole, qualcuno si preoccupa di salvaguardare la sensibilità dei figli, che certo non portano colpe per le colpe dei loro padri?
Contattata da ilfattoquotidiano.it, Tiziana Di Masi si dice molto dispiaciuta per il ragazzino, ma ci tiene a rimarcare che questo non può essere un problema imputabile all’attrice che racconta un fatto di cronaca, per altro ampiamente noto in paese. Allo stesso modo le reazioni dei compagni sono un problema di bullismo di cui la scuola si deve far carico, ha proseguito, non certo un’attrice che denuncia avvenimenti che sono storici. Non la vede così chi sabato mattina l’ha chiamata per insultarla, né le persone che da quel momento hanno affollato la sua bacheca.
La storia non finisce qui. Giovedì 31 gennaio è previsto un nuovo spettacolo per le scuole superiori e tutti gli amici degli Iacono si sono dati appuntamento davanti al teatro. Tiziana non vuole “per nessuna ragione” cancellare la recita, ma pretende che accanto a lei si schierino il sindaco di San Donato, il preside della scuola e la referente di Libera, per dire tutti insieme che raccontare la cronaca di un paese non significa offendere qualcuno.