Il governo Monti ha confermato il segreto di Stato sulla vicenda del sequestro Abu Omar, come già era stato fatto dai governi Prodi e Berlusconi.
Nel processo d’appello iniziato oggi, dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione del non doversi procedere per l’immunità del segreto di Stato, uno dei legali dell’ex numero due del Sismi Marco Mancini, l’avvocato Luca Lauri, ha prodotto in aula una lettera ricevuta il 25 gennaio dal suo assistito da parte della presidenza del consiglio dei ministri, nella quale si fa riferimento a comunicazione dell’Aise e del Dis.
Il legale ha chiarito che nella lettera viene “rilevata la vigenza del segreto di Stato”, come già apposto sulla vicenda del sequestro dell’ex imam egiziano, avvenuto nel 2003, da parte dei governi Prodi e Berlusconi. Nella lettera, si spiega che il segreto di Stato è relativo in particolare ai rapporti “tra i servizi di intelligence nazionali e stranieri” soprattutto in merito alle “modalità organizzative”. Nella stessa missiva viene chiarito che “l’autorità giudiziaria non può né acquisire, né utilizzare atti coperti da segreto”.
Lo scorso settembre la Cassazione, oltre a condannare 23 agenti della Cia in via definitiva per il sequestro di Abu Omar, aveva annullato la sentenza di non doversi procedere per Marco Mancini, l’ex numero uno del Sismi Nicolò Pollari e per altri tre ex responsabili del servizio segreto militare, perché, in sostanza, aveva ritenuto troppo lunga e in parte illegittima la ‘coperta’ dell’immunità del segreto di Stato. Da qui un nuovo processo d’appello per i cinque imputati iniziato oggi.
Il sostituto procuratore generale De Petris ha chiesto invece ai giudici, proprio sulla base della sentenza della Cassazione, di acquisire agli atti i verbali resi in fase di indagini da Mancini e da altri tre ex responsabili del Sismi, e anche imputati, Ciorra, Di Troia e Gregorio. La difesa di Mancini si è opposta all’ingresso di questi verbali nel processo d’appello e ora stanno parlando le altre difese.