C’è il poliziotto cattivo, e c’è quello buono.
Per un quindicennio, soloni presunti moderati hanno avallato i tentativi di Berlusconi e del Pdl di imporci un regime videocratico semi-autoritario, piegando tutti i poteri costituzionalmente indipendenti. Alla faccia dei check and balance, essenza di ogni autentica democrazia. Annuivano, quando lui diceva: l’eccesso di controlli frena l’azione riformatrice del governo, mentre le cricche senza controllo derubavano lo Stato. Ci spiegavano impazienti, come si fa a dei bambini disubbidienti, che in un paese normale gli avversari politici si offrono un reciproco riconoscimento morale e di legittimità politica. Lodavano i tentativi del rassemblement berlusconiano di ‘modernizzare’ la Costituzione.
Ora Berlusconi chiarisce in modo inequivocabile cosa pensa del fascismo, e qual’è la sua ispirazione. Bene, viva la chiarezza. Noi avevamo capito, voi no. Qual’è la risposta dei paesi normali, compresi i settori di centrodestra? “Berlusconi ha violato valori e convinzioni comuni dell’Europa…Con chi parla così non ci si siede a un tavolo.” (Michael Stuermer). Dove sono ora gli intellettuali che pontificavano sul Corriere della Sera, nei talk show, i Galli della Loggia, i Panebianco, i maestri di democrazia, che ammiccavano al nuovo para-fascismo vincente, mentre noi sacrificavamo le nostre carriere, i bilanci familiari, per cercare di fermare chi calpestava i “valori comuni” della civiltà occidentale?
Ma io temo di più il poliziotto buono. Proprio ieri, con meraviglioso tempismo, Gianfranco Fini ha rilasciato questa dichiarazione: “Siamo oltre il 20%… Ci prepariamo ad indire una nuova Costituente”. Eh già, cari Mascia e Lerner, il punto non è tanto ‘espellere’ il poliziotto cattivo perché è sincero. Il punto è…che il fascismo non ha contribuito alla Costituzione della Repubblica: ha perso, e non ci sta. Perciò è sempre lì che gira intorno al nostro patto costituente, in attesa dell’occasione propizia. Per fare cosa? Per inoculare nella Costituzione le sue concezioni autoritarie, anti-sindacali, anti-liberali, contro la società aperta. Si nasconde nel “Centro” di Monti e, così ripulito chiama l’autoritarismo ‘efficienza’ e ‘modernizzazione’. Si appropria dei temi dell’anti-politica, e così indignato infila dietro ‘la riduzione dei parlamentari’ la riduzione degli equilibri democratici.
Lungo la strada trova tanti utili idioti. Casini, Veltroni… La Costituente!? Non sanno costoro che una Costituente si convoca solo per sancire una grande impennata morale collettiva, come avviene dopo una rivoluzione, dopo una guerra civile, dopo un cataclisma, come fu la seconda guerra mondiale. In cui decine di milioni di persone diedero coscientemente la vita per un’idea precisa di libertà e di partecipazione. Ora questi quattro politici screditati, sotto la spinta di un altro partito semi-razzista e localista, vogliono cambiare l’idea morale di convivenza emersa da WW2, e convocare una Costituente? Quando misero le mani sulla legge elettorale ispirata dai cittadini (tramite referendum), fecero una porcata. Che farebbero ora? Con tutti i problemi concreti che abbiamo, non trovano nulla di meglio che avanzare proposte laceranti?
Non sono ancora riusciti a cambiare la Costituzione formale, però l’hanno parecchio svuotata (con cospicui aiuti della partitocrazia tutta). Se i democratici italiani, oltre a indignarsi con Berlusconi, volessero fare qualcosa di utile, dovrebbero mettere in campo delle idee e una strategia, innanzitutto, per attuarla, la Costituzione. Come ho fatto io, se permettete, alle primarie del PD del 2007. Tanti articoli della Carta sono ancora (!) lettera morta, per mancanza delle leggi attuative. E non parlo degli articoli ‘programmatici’, come il lavoro per tutti, magari!, ma dei diritti umani, civili, e politici: della nostra libertà! Un esempio? L’Art.49 sulla democrazia nei partiti.
Anche l’idea di fare piccole modifiche alla Costituzione è pericolosa, fintantoché gli eredi culturali del fascismo non accetteranno la sconfitta, non faranno pace con la Costituzione, e non volteranno pagina. E sì che la Costituzione avrebbe bisogno di manutenzione. Non modificare (surrettiziamente) i suoi principi fondamentali, ma applicarli alla luce degli sviluppi moderni. Un esempio? Il pluralismo oggi deve essere applicato anche ai mass media. Un altro esempio? Le Autorità Garanti (nel 1948 non c’erano) devono essere sottratte alla politicizzazione. E via di seguito.
Monti sta sdoganando per la seconda volta Fini. E Fini come ricambia? A me, se devo dirlo, è piaciuta l’evoluzione negli anni di Fini verso orizzonti di maggiore civiltà. Ma questa evoluzione non sarà credibile finché non accetterà la nostra Costituzione. Ora Monti non può tacere: davvero la sua formazione si appresta a cambiare la Costituzione, in caso di vittoria elettorale? E noi elettori, non avremmo il diritto di saperlo?