Sbuca una delibera del 10 gennaio 2013 sull'albo pretorio. L' "oggetto d'arte" verrà donato in comodato d'uso gratuito dall'Usl di Cesena e avrà un'assicurazione di 1500 euro. Per lo spazio pubblico in cui verrà collocato si parla del Museo della Marineria o della Biblioteca Comunale. Il Pd si oppone: "Non esiste un fascismo buono e uno cattivo"
A poche ore dalla Giornata della memoria e dalle parole di encomio di Silvio Berlusconi per il dittatore Benito Mussolini, il comune di Cesenatico ha ufficializzato che ospiterà in uno dei suoi spazi pubblici un busto del Duce. La delibera comunale è stata pubblicata sul sito istituzionale proprio lunedì 28 gennaio, dopo circa due settimane dalla sua approvazione. Si tratta di un contratto di comodato d’uso gratuito che, come specificato nel documento ufficiale, consta di due busti bronzei, alti 60 centimetri, di proprietà dell’azienda sanitaria di Cesena. I due “capoccioni” sono quello del Duce e l’altro del regnante all’epoca delle leggi razziali Vittorio Emanuele III, già appartenuti al dissolto Ospedale e Istituzioni Riunite (O.I.R.).
Una scelta che l’amministrazione (sostenuta da Pdl, Lega e Udc) spiega con la seguente motivazione messa nero su bianco: “Il Comune di Cesenatico – si legge – è interessato all’acquisizione […] delle suddette opere ritenute patrimonio storico della cittadinanza di Cesenatico, al fine di collocarle in uno spazio museale comunale”.
Un ‘patrimonio storico’ che sembra abbastanza esiguo vista la cifra che il Comune si impegna a sborsare per l’assicurazione: 1500 euro a busto. La collocazione resta invece un punto interrogativo. Già nel 2011 la destinazione pareva essere il Museo della Marineria. L’architetto Bruno Ballerin, ideatore del museo e ispettore onorario ai beni architettonici e monumentali di Cesenatico aveva già dichiarato il suo fermo ‘no’: “L’eventuale collocazione è un’offesa alla cultura della città ed è oltretutto priva di fondamento storico”. Altra possibile collocazione: la Biblioteca Comunale, già Casa del Fascio negli anni venti-trenta.
La prima sdegnata reazione alla delibera sul bronzo del Duce arriva dalla minoranza in consiglio comunale e porta la firma del Partito Democratico: “Le recenti polemiche nazionali mi fanno dire che se sotto all’operazione c’è un tentativo di revisione della figura del Duce, il Pd di Cesenatico si opporrà – spiega Mario Drudi – non esistono un fascismo buono e uno cattivo dopo alle leggi razziali, il fascismo si è presentato subito con una faccia feroce: botte, pestaggi, discriminazioni e uccisioni sin dai primi momenti e per esempio l’uccisione di Matteotti avvenne nel 1924 e non nel 1943”.
Poi, sulla propria pagina Facebook, Drudi rincara la dose: “Sarebbe ora che tutta la città battesse un colpo per far capire a qualcuno che al sindaco è stato conferito il solo mandato di amministrare la città e non di comandarla o sputtanarla”.
Anche il M5S cittadino entra nel merito della vicenda: “L’amministrazione di Cesenatico si è interessata perché ritiene i busti patrimonio storico della cittadinanza al punto da pensare di collocarli in uno spazio museale comunale. In epoca fascista questi pezzi venivano stampati in maniera seriale, privi della benché minima valenza artistica, al semplice fine propagandistico. Per questo non ci sembra plausibile la motivazione per cui la giunta di Cesenatico ne stia supportando l’installazione. Sollecitiamo l’amministrazione – concludono – ad impegnare le energie per risolvere i problemi concreti della città piuttosto che dedicare il proprio impegno in questi atti propagandistici”.
Intanto il sindaco Roberta Buda getta acqua sul polverone. “Mi stupisco – ha scritto in una nota – come ancora qualcuno non riesca a guardare la propria storia libero da pregiudizi ideologici e discuterne con la necessaria serenità. Altri amministratori di sinistra della nostra Provincia si sono dimostrati più liberi di quelli che oggi si stracciano le vesti. Reputo vergognoso – ha concluso – l’atteggiamento di chi strumentalizza questa vicenda mettendo anche in mezzo l’Olocausto, vicenda tragica e vergognosa che Cesenatico ha doverosamente ricordato”.
di Alessandro Mazza