Nel mio percorso alla ricerca di una modalità per far applicare il mio lavoro pubblicato nel 2003 sui controlli sanitari effettuati sui pazienti e non sulle cartelle cliniche, come fa ancora oggi la Regione Lombardia, incontrai alla fine del 2007 l’assessore alla Sanità in quota Lega Nord Luciano Bresciani. Collega affabile e preparato mi presentò Luca Merlino, medico della Direzione Generale Sanità U.O. Governo dei Servizi Sanitari Territoriali e Politiche di Appropriatezza e Controllo, che incontrai con mio nipote Luca De Felice, ingegnere, che aveva scritto con me l’articolo aiutandomi da un punto di vista statistico-gestionale. Spiegammo il mio lavoro e la disponibilità della regione a diffonderlo ad altre specialità per sperimentarlo ulteriormente ed eventualmente applicarlo. Poi silenzio e solo a mia insistente richiesta via mail all’assessore Bresciani, Merlino mi rispose che il lavoro era interessante ma avrei dovuto trovare io il consenso.
Passano gli anni, numerosi casi non chiari si evidenziano nella Sanità in varie strutture della Lombardia. Sui controlli sanitari mi intervista Report nella puntata “La prestazione” del 2 maggio 2010 ma nessuno della Gestione dei Controlli si fa più sentire. La gestione della sanità lombarda, per anni in mano all’asse Pdl-Lega ma comandata da “Sua sanità” Roberto Formigoni, comincia a scricchiolare. Il Presidente Formigoni viene indagato prima per la Maugeri e da pochi giorni anche per il San Raffaele. Non potendosi candidare nuovamente alle elezioni regionali viene candidato come numero 2 della lista lombarda del Pdl al Senato con vittoria garantita. Nel contempo a Presidente della Regione viene firmato un accordo Pdl-Lega sul nome di Maroni e l’attuale assessore alla sanità, Mario Melazzini, viene candidato alle regionali lombarde in quota Pdl.
In pratica, se vincessero le elezioni regionali, considerando la presidenza e l’assessorato alla Sanità i due punti forti della giunta, si scambierebbero i ruoli, la presidenza passerebbe dal pidiellino Formigoni al leghista Maroni che scambierebbe la Sanità, a mio parere, confermando il pidiellino Melazzini. Ma Formigoni da Roma potrebbe continuare a gestire con i suoi affari la Sanità lombarda confermando che la regione, come ha detto Melazzini è “dotata da tempo di procedure e sistemi di controllo tra i più complessi a livello non solo nazionale”.
In tutto questi movimenti di poltrone importanti si inserisce quel Luca Merlino che incontrai nel lontano 2007 oggi vice direttore generale dell’assessorato alla sanità della regione Lombardia. “I soldi pubblici erogati al San Raffaele e alla Maugeri? I criteri delle delibere erano ispirati in modo da aiutare i due ospedali” dice ai magistrati che lo stanno ascoltando come testimone informato dei fatti. Sarà per questo che Merlino si interessò a me ed al mio lavoro ma non fece assolutamente nulla per diffonderlo ed applicarlo? Chiedo ufficialmente alla Procura di Milano di fare una domanda a Luca Merlino, al Pdl ed alla Lega, nella figura dell’allora assessore alla sanità Bresciani: come mai non ci fu nessun interesse reale nemmeno dopo la trasmissione di Report che denunciava la mancanza di controlli effettivi sui Drg? Volete anche chiedere a Melazzini come mai continua a difendere i controlli sanitari sulle cartelle cliniche, modificabili a piacimento?
Credo che occorra svoltare in regione Lombardia. Credo che tutti dobbiamo sperare in un chiarimento vero e definitivo sulla gestione formigoniana della sanità appoggiata dalla Lega. Credo e spero che questi chiarimenti arrivino prima delle elezioni regionali e nazionali in modo che nessuno possa barricarsi dietro l’immunità e rispondere invece ai cittadini, ed in particolare ai pazienti, dell’abuso di potere per il bene proprio e non per il bene comune. Sarà per questo che, ad esempio, la Lega continua a parlare della “bufala” del 75% delle tasse senza mai parlare di un programma serio per la gestione della sanità che costa ai cittadini il 75% della spesa regionale?
Credo, anzi ora sono più che mai convinto, che occorra appoggiare il forte perché libero Umberto Ambrosoli che ha fatto dei controlli sanitari un cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. Il mio cavallo di battaglia. #iostoconambrosoli.