Dal prossimo 31 marzo in Francia non sarà più rimborsato dalla previdenza sociale l’acquisto delle pillole contraccettive di terza e quarta generazione: è la decisione presa dal ministro della Sanità francese, Marisol Touraine, dopo gli allarmi e le vicende di alcune ragazze che hanno subito danni a causa di questo contraccettivo. Il caso più eclatante è quello di Marion Larat, 25 anni, che ha fatto causa alla Bayer dopo essere diventata disabile a 25 anni da un ictus, per colpa della pillola Maliane che aveva iniziato a prendere per curare l’acne.
La Francia dunque ha deciso di porre un giro di vite alla prescrizione e vendita delle pillole di ultima generazione, cioé quelle più recenti, con una strategia a tutto campo. Il ministro Touraine intende infatti limitarne il consumo e ha chiesto all’Europa di fare altrettanto, modificando ”in senso restrittivo” la regolamentazione della prescrizione delle pillole a base di nuovi progestinici, come il gestodene e il desogestrel. Il rischio di trombosi, flebiti o embolie polmonari, da loro indotto sarebbe doppio (4 casi su 10 mila, invece di 2 casi su 10 mila per le pillole di seconda generazione). Un sospetto che riguarda una quarantina di marche di pillole, in commercio dagli anni ’90. Da qui la volontà della Francia di limitare la prescrizione di questi contraccettivi ai soli specialisti e solo ”in secondo ricorso”, in caso cioé di intolleranza verso le altre pillole, solo dopo adeguati esami medici e con controlli regolari. Si intende inoltre approfondire la conoscenza degli effetti collaterali. Misure che ricalcano in parte la raccomandazione del 2007 inviata ai medici dall’Agenzia francese sulla sicurezza sanitaria di non prescrivere le pillole di terza generazione a chi iniziava a prendere la pillola per la prima volta come prima opzione. Raccomandazione rimasta però lettera morta, come ha denunciato il quotidiano francese Le Monde.
Tuttavia in Europa l’orientamento sembra diverso, almeno per il momento. E’ di qualche giorno fa infatti la comunicazione dell’Ema, l’Agenzia Europea dei Medicinali, secondo cui “attualmente non vi è nessuna nuova evidenza che suggerisca modifiche al profilo di sicurezza e, dunque, non vi è ragione per cui le donne debbano sospendere la loro terapia contraccettiva”. Secondo l’ente regolatorio europeo “è ben noto che l’uso dei contraccettivi combinati comporta un rischio molto raro di formazione di coaguli di sangue e che il rischio è differente a seconda del tipo di contraccettivo combinato utilizzato”. L’Ema, che ha sede a Londra, precisa inoltre di non aver avuto allarmi simili da nessun altro paese dell’Unione.
Anche il governo belga ha annunciato più informazione sulla questione, ma nessuna messa in discussione di questi farmaci. Ma in Francia, dove più di 2 milioni di donne prendono una di queste pillole, una trentina di nuove denunce saranno depositate nei prossimi giorni, alcune per casi gravi di afasia, epilessia, emiplegia, legati al consumo della pillola, mentre negli Stati Uniti sono in corso oltre 13 mila cause di questo tipo, e altre denunce sono state presentate in Canada, Australia, Svizzera e Germania. Ancora una volta dunque dovranno essere i tribunali a intervenire e dare risposte in quello che é un campo tutto della scienza.