“Che io diventi presidente della Lombardia o che perda, mi dimetterò dalla segreteria della Lega, per cui, nell’autunno prossimo o al massimo nella primavera del 2014, prima delle elezioni europee, si terrà il congresso federale per scegliere la nuova guida del movimento” dice Roberto Maroni in un’intervista al sito ‘L’indipendenza’.
Cosa cambia per l’ex ministro dell’Interno se vince o se perde? “Io comunque passerò la mano da segretario federale della Lega e il congresso dovrà essere convocato per l’autunno o al massimo nella primavera del 2014”, risponde Maroni. “Se vincerò, sarò il garante istituzionale del percorso verso la macroregione del Nord, mentre il nuovo segretario dovrà realizzare il progetto politico del nuovo partito del Nord – prosegue – Se invece perderò, mi farò da parte perché ritengo che un leader che si candida non può riciclarsi se viene sconfitto. Sarà differente dal passato quando, quando davanti a una sconfitta elettorale della Lega si cercava il capro espiatorio: ad esempio nel 1999, con il flop delle elezioni europee al 4,5%, il capro espiatorio fu Domenico Comino, buttato fuori al congresso straordinario di Varese”. “Oggi, siccome la decisione di fare certe alleanze è stata solo mia – conclude – mi assumerò per intero la responsabilità di una eventuale sconfitta. Rimarrò nella Lega, ma farò il passaggio di consegne. A quel punto il movimento dovrà fare ‘reset’, inventarsi qualcosa di nuovo e cercarsi un segretario più giovane”.
”La mia idea è che si debba passare dai partiti personali, e anche la Lega e il Pdl lo sono stati, a un vero partito territoriale. Una reale rappresentanza del Nord è quello che serve e che dovrebbe mettere insieme le forze nordiste”. E rispondendo ad una domanda se il modello sia quello della CiU catalana Maroni replica: “Esatto, CiU, che è la somma di due partiti, ha un unico simbolo, cioè è il modello confederale che è anche quello della Lega, la quale al congresso dell’anno scorso è passata da partito federale a partito confederale. Qual è la grande differenza che in pochi hanno compreso? Se un partito è federato, su un determinato territorio c’è spazio per un solo soggetto politico. Se invece è confederato, c’è lo spazio per più soggetti politici. Questa è la mia visione: la Lega non può essere il partito che ingloba tutto nella propria pancia, ma deve farsi promotrice di un’evoluzione della rappresentanza politica che vada in parallelo con l’evoluzione delle istituzioni: la macroregione è una novità assoluta che deve avere come espressione un partito macroregionale, il quale non può essere la coalizione. Secondo me il processo, che richiederà del tempo, dovrà prevedere un coordinamento così stretto tale da condurre al modello catalano”.