Cameron spedisce pubblicità alle emittenti dei Paesi dell'Est Europa, da dove sono previste ondate di immigrazione, invitando a stare a casa: "Qui piove tantissimo e gli stipendi sono bassi". Così si apre un nuovo fronte di battaglia con l'Unione Europea
“Non venite in Gran Bretagna, per favore. Piove tantissimo, il lavoro è scarso e neanche tanto ben pagato”. Sta per partire sui canali televisivi rumeni e bulgari una campagna pubblicitaria, pagata dal governo britannico, per invogliare potenziali futuri immigrati nel Regno Unito a stare nei loro Paesi. Perché nel Regno Unito in molti temono il 2014, quando verranno meno le restrizioni all’ingresso al di qua della Manica di cittadini provenienti da Romania e Bulgaria.
Il governo di David Cameron non ha fatto una stima di quanti di questi 29 milioni di persone – tanti sono gli abitanti dei due Paesi – decideranno di venire in Gran Bretagna. Alcuni parlamentari conservatori hanno ipotizzato che almeno 250mila fra rumeni e bulgari arriveranno nei prossimi cinque anni. “Ma non c’è lavoro per tutti” è il succo della campagna televisiva che sta per essere lanciata contemporaneamente a Bucarest e a Sofia. Una pubblicità a dir poco sorprendente, anche considerando quei miliardi di sterline spesi dal Regno Unito per costruirsi una reputazione in vista delle Olimpiadi di Londra 2012. E considerando il nuovo libricino che lo stesso Regno Unito ora dà agli stranieri che intraprendono il percorso per la cittadinanza: “La Gran Bretagna è un posto fantastico in cui vivere – questo è l’incipit – ed è una società moderna ed elettrizzante”.
Rifiutare rumeni e bulgari, del resto, vorrebbe dire aprire un nuovo fronte di battaglia con l’Unione europea, in un momento in cui il rapporto fra Bruxelles e il Regno Unito non è di certo al suo massimo splendore, visto il recente discorso di Cameron che lanciava l’idea di un referendum per la fuoriuscita dal recinto comunitario. Però qualche proposta è arrivata, ancora una volta dai conservatori: “Limitiamo l’accesso ai servizi pubblici da parte di rumeni e bulgari” ha detto un parlamentare. “Se non trovano lavoro dopo tre mesi, rispediamoli a casa”, ha proposto un altro. Il governo di coalizione, comunque, pare certo di una cosa. I cittadini della Romania sembrano preferire l’Italia, quelli della Bulgaria la Germania. Prima di arrivare nel Regno Unito, quindi, le due popolazioni verrebbero attratte da altri Paesi, che farebbero da “filtro”. Un pensiero che dà un qualche sollievo nei palazzi del potere, difficile però dirlo al britannico medio, che, aizzato dai quotidiani scandalistici e tabloid, è sul chi va là.
Giornali come The Sun e come il Daily Mail dedicano ormai almeno un articolo al giorno alla questione rumena e bulgara. Il ricordo di quella che molti chiamano “l’invasione dei polacchi” è ancora forte, una paura che non si è ridimensionata con il vedere che, alla fine, chi è venuto dalla Polonia si è inserito in professioni da tempo “snobbate” dai britannici. Ora, appunto, lo spauracchio dei futuri nuovi venuti. Le quote molto stringenti, finora, hanno concesso a pochi bulgari e a pochi rumeni di arrivare nel Regno Unito, ma la data del primo gennaio 2014 sarà come uno spartiacque. Ora, ci si chiede: preferiranno le nebbie e questi paesaggi piatti della Gran Bretagna? Oppure le verdi catene montuose della Transilvania e le località marittime del Mar Nero? Ma anche a Downing Street sanno una cosa: che ogni volta che passerà la pubblicità che incita a non venire nel Regno Unito, rumeni e bulgari potranno sempre spegnere la televisione.