Il gruppo Fiat ha chiuso il 2012 con un utile netto a 1,4 miliardi di euro, in calo rispetto agli 1,6 miliardi dell’anno scorso, anche se oltre le attese degli analisti. E l‘indebitamento industriale netto del gruppo è salito a 6,5 miliardi di euro da 5,5 miliardi di euro a fine 2011, con investimenti per 7,5 miliardi di euro. I conti del gruppo hanno fatto cadere il titolo in Borsa, che ha chiuso in ribasso del 4,83%. Ma le novità del Lingotto non si limitano ai risultati trimestrali. Il Cda dell’azienda automobilistica ha avvertito che non ci sarà dividendo per gli azionisti del gruppo, “considerando che Fiat intende mantenere un elevato livello di liquidità e che sussistono restrizioni alla possibilità di Chrysler di distribuire dividendo ai propri soci”.
E ha deciso di emettere bond fino a 5 miliardi euro prima dello scadere del 2014, destinati agli investitori istituzionali. I prestiti, come precisa la società in un comunicato, potranno essere denominati anche in valute diverse dall’euro. “I prestiti obbligazionari potranno essere emessi, in una o più tranche, anche attraverso società controllate e con garanzia di Fiat Spa, entro il 31 dicembre 2014, subordinatamente alle condizioni del mercato”, si legge nel rapporto. “Le emissioni perseguono l’obiettivo di un’ottimale gestione del debito consolidato, anche in considerazione delle future scadenze”.
L’utile della gestione ordinaria del gruppo per l’intero 2012 è stato pari a 3,8 miliardi di euro, con forti performance soprattutto in America e Asia, mentre l’Europa ha registrato una perdita di 0,7 miliardi. Sempre considerando l’intero anno, i ricavi del gruppo hanno raggiunto 84 miliardi di euro, in rialzo del 12% rispetto al 2011. Il Lingotto ha poi confermato i target del 2013: ricavi nell’intervallo tra 88 e 92 miliardi di euro, utile della gestione ordinaria nell’intervallo tra 4 e 4,5 miliardi, utile netto nell’intervallo tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro e indebitamento netto industriale di circa 7 miliardi di euro.
Chrysler ha chiuso invece il quarto trimestre con un utile netto a 378 milioni di dollari, in aumento del 68% rispetto ai 225 milioni di dollari dell’anno scorso. I ricavi del colosso di Detroit, come ha fatto sapere la stessa società sottolineando di avere superato le stime, si sono attestati a 17,2 miliardi di dollari a fronte dell’anno precedente. La società automobilistica controllata da Fiat chiude quindi il 2012 con un utile netto di 1,7 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 183 milioni di dollari del 2011. Per quanto riguarda il 2013, Chrysler prevede ricavi per 72-75 miliardi di dollari e un utile netto di 2,2 miliardi di dollari. L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, si è detto “soddisfatto dei solidi risultati finanziari del 2012”, anche se “l’azienda che stiamo creando non è ancora completa”. Il numero uno di Fiat, intervenuto questa mattina all’inaugurazione dello stabilimento Maserati di Grugliasco, ha aggiunto che “gli obiettivi che abbiamo fissato per l’anno riflettono il desiderio di tutti di avere successo. Ci prendiamo solo un momento di pausa per per gioire dei nostri risultati, ma non ci fermeremo”.
Nel frattempo Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, attacca Marchionne: “La Fiat dice di aver fatto scelte difficili per restare in Italia: Marchionne e la proprietà dell’azienda hanno ricattato i lavoratori, preso in giro il Paese e il governo gli ha lasciato mano libera, questa è la verità. Fino ad ora Marchionne ha fatto solo promesse e non ne ha mantenuta nessuna”. “Lo Stato deve intervenire direttamente per impedire la distruzione della più grande azienda del paese”, ha aggiunto, “noi con Rivoluzione Civile vogliamo difendere il lavoro e i lavoratori, al contrario di quanto fanno e hanno fatto i sostenitori di Monti“.