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Mens Sana Siena, storia di un ciclo irripetibile targato Monte dei Paschi

La società negli ultimi dieci anni ha vinto 7 scudetti e ha condiviso due allenatori con la nazionale azzurra. In passato era stata una squadra come tante: qualche buon piazzamento e un continuo saliscendi tra Serie A e divisioni minori. Poi la svolta, nel 2000, con la firma del contratto di sponsorizzazione con la banca

Lo scandalo della banca Monte dei Paschi di Siena interessa anche lo sport. Lo coinvolge e travolge al contempo, come dimostra il caso della Mens Sana, la squadra di basket cittadina: sui conti della società pesa più d’un sospetto, ma soprattutto aleggia lo spettro del ridimensionamento. Così fosse, la crisi del club segnerebbe la fine del ciclo straordinario di una delle più importanti realtà dello sport del nostro Paese.

La Mens Sana Siena, infatti, negli ultimi dieci anni è stata semplicemente il basket italiano, con 7 scudetti vinti e due allenatori condivisi con la nazionale azzurra. In passato era stata una squadra come tante: qualche buon piazzamento, soprattutto un continuo saliscendi tra Serie A e divisioni minori. Poi la svolta, nel 2000, con la firma del contratto di sponsorizzazione con Montepaschi. I soldi di Mps cambiano il destino della Mens Sana: nasce un progetto ambizioso, Siena comincia a diventare una delle capitali della pallacanestro italiana, quando ancora la Benetton Treviso, la Fortitudo e la Virtus Bologna erano top club a livello europeo. Per lo scudetto bisogna aspettare solo tre anni. Il primo, storico successo è firmato da Carlo Recalcati: uno dei grandi nomi del nostro basket, in quegli anni allenatore della Mens Sana e anche della nazionale azzurra, che porterà fino alla medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene 2004.

Il biennio che segue lo scudetto è di assestamento: arriva una Supercoppa italiana, ma le prestazioni in campionato non sono all’altezza delle ambizioni della società. Che decide di cambiare: risolto il contratto con Recalcati, viene promosso il suo vice, nonché allenatore delle giovanili, Simone Pianigiani. Una scelta discussa che cambierà la storia del basket italiano: capo allenatore a soli 37 anni, Pianigiani smentisce tutti e nel giugno 2007 conquista lo scudetto alla sua stagione d’esordio. Vincerà anche nel 2008. E nel 2009, nel 2010, nel 2011 e nel 2012. Un ciclo irripetibile: mai nessuna squadra in Italia era stata in grado di conquistare sei scudetti consecutivi. In questi anni sul parquet di Siena si sono avvicendati alcuni dei più forti cestisti in circolazione nel continente: da Bo McCalebb (Mvp dello scorso campionato) a David Andersen (che ha giocato anche in Nba), da Nikos Zisis (un oro europeo e un argento mondiale nel palmares) a Shaun Stonerook, il capitano di mille battaglie. In mezzo, nel 2010, c’è stata anche una rifondazione, che secondo alcuni avrebbe dovuto sancire la fine dell’egemonia senese sul campionato. Ma Siena si è confermata imbattibile per tutti, in Italia. Non in Europa, però, dove la corsa all’Eurolega (la Champions League del basket), si è sempre fermata sul più bello, mai oltre le semifinali. L’unico cruccio della Mens Sana dei miracoli.

Dopo 6 scudetti, 4 Coppe Italia e 6 Supercoppe italiane, il ciclo si è concluso la scorsa estate: Pianigiani, che nel 2009 era diventato anche allenatore della nazionale, ha accettato la panchina del milionario Fenerbahce. Insieme a lui se ne sono andati anche McCalebb, Andersen, Stonerook, Kaukenas, Lavrinovic e Zisis. Replicando la mossa già riuscita in passato, la guida tecnica è stata affidata a Luca Banchi, che di Pianigiani era stato il vice. Ma stavolta qualche meccanismo del giocattolo perfetto sembra essersi inceppato: Siena resta una grande squadra ma non è più imbattibile; in campionato è terza, alle spalle di Varese e Sassari, e ha già collezionato 5 sconfitte. Per la prima volta dal 2006, la possibilità che lo scudetto possa passare di mano è concreta.

E le prospettive per gli anni a venire non sono più rosee, ora che il legame con Montepaschi potrebbe venir meno. L’amministratore delegato dell’istituto bancario, Fabrizio Viola, ha annunciato una “riduzione sostanziale delle sponsorizzazioni sportive” come orientamento del piano industriale. E a questo si aggiunge l’indagine sui conti della società da parte della Procura di Siena, che ipotizza una frode fiscale finalizzata al pagamento in nero degli stipendi di alcuni giocatori. Certo, rispetto al Siena calcio (per cui la stagione in corso sarà l’ultima finanziata da Mps), la squadra di basket è in una situazione più tranquilla, dal momento che il contratto con Mps scadrà solo il 30 giugno 2014. Difficilmente, però, la Mens Sana avrà più a disposizione il budget faraonico del passato. Lo dimostra anche l’ultima campagna acquisti, che ha portato in rosa giovani di talento come l’italo-americano Daniel Hackett ma nessuna stella di livello internazionale. Il futuro di crisi, insomma, è già cominciato. Anche sul campo. Così i tifosi vivono giorni di paure e di speranze: perché la stessa Mens Sana che fatica in campionato è sorprendentemente imbattuta in Europa, già proiettata verso i quarti di finale. L’Eurolega è il sogno di sempre: difficile, ma nulla è impossibile nello sport. Chissà che dove ha fallito l’imbattibile Mens Sana di Pianigiani, non possa riuscire quella più ‘umana’ di Banchi. Sarebbe il canto del cigno di Siena, che presto potrebbe non essere più Montepaschi.