Saipem e Seat trascinano Milano al ribasso. Piazza Affari ha chiuso con un pesante -3,36% dopo una giornata che ha visto anche le banche in seria difficoltà. Flessione contenuta, invece, per le altre piazze europee con Francoforte (-0,47%), Londra (-0,25%), Parigi (-0,54%) e Madrid (-0,82%).

In questo clima non è stata una bella seduta per Eni controllante di Saipem: il titolo con la maggiore capitalizzazione in Piazza Affari ha infatti perso il 4,22% a 18,4 euro. Peggio, nel paniere principale della Borsa milanese, ha fatto Montepaschi mentre l’inchiesta della magistratura sullo scandalo derivati prosegue: le azioni della banca senese hanno chiuso in caduta libera (-9,46%) a 0,24 euro tra scambi ancora molto forti: 525 milioni di azioni, pari al 4,49% del capitale.

Male anche altre banche: Bpm ha perso il 4,20% finale, Banco popolare il 3,72%, Unicredit il 3,71%, Ubi il 3,10%, Mediobanca ha chiuso in perdita del 2,43% mentre ha contenuto il calo la sola Intesa SanPaolo (-1,64%): un brutto segnale in una giornata nella quale le altre banche europee hanno mediamente chiuso con cali contenuti e gruppi come Deutsche bank hanno segnato un dato finale anche positivo (+0,64%).

Seduta pesante anche per Mediaset (-4,46%) e soprattutto per Fiat: dopo un utile 2012 della gestione ordinaria di 3,8 miliardi e perdite in Europa per 0,7, il titolo dell’auto ha ceduto il 4,83% finale a 4,45 euro anche sull’assenza di un dividendo per gli azionisti, tra scambi intensi ma non eccezionali, pari al doppio della media quotidiana dell’ultimo mese di Borsa. Ha tenuto la controllante Exor (-1,41%). Ancora male infine Seat Pagine Gialle, che ha ceduto il 9,68% nonostante il divieto di immissione di vendite senza limiti di prezzo dopo lo scivolone del 41% della vigilia. Tra i titoli a elevata capitalizzazione di Piazza Affari l’unico in chiara controtendenza è stato quello di Luxottica, in rialzo finale dell’1,90% dopo i dati preliminari sull’esercizio 2012 diffusi alla vigilia a Borsa già chiusa.

Diverso il clima che si è respirato sul mercato del debito italiano: il Tesoro ha fatto ancora il pieno nell’ultima asta di fine mese con tassi Btp che ritornano sui livelli del 2010 anche sulle scadenze più lunghe. E il ritorno di capitali sui titoli periferici ha anche spinto l’euro sopra 1,35 dollari, ai massimi da dicembre 2011, mentre lo spread tra Btp e Bund ha viaggiato stabilmente sui 250 punti base per poi allargarsi sul finale e chiudere a 260 punti.

Via XX Settembre ha piazzato oggi tutti i 6,5 miliardi di Btp a 5 e 10 anni, riuscendo a spuntare i rendimenti più bassi dal 2010. Già ieri aveva messo in cassa tutti gli 8,5 miliardi di Bot semestrali con tassi ai minimi da marzo del 2010 replicando il risultato del giorno prima con il collocamento di Ctz per 4 miliardi.

Pur a fronte di una domanda non eccezionale (8,52 miliardi in tutto) – sul Btp quinquennale il rendimento medio è calato sotto il 3%, al 2,94% (dal 3,26% dell’asta di dicembre), e sul decennale è sceso al 4,17% dal 4,48% precedente. Livelli che non si vedevano dall’ottobre del 2010. Intanto è partito il rimborso anticipato da parte delle banche dei maxi-prestiti Bce. Oggi si è aperta la prima finestra utile e 278 istituti restituiranno a Francoforte 137 miliardi. La tedesca Commerzbank ha fatto sapere di voler rimborsare 10 miliardi, ma a sorpresa si fanno avanti anche le banche spagnole: Banco Popular restituisce 1,3 miliardi e, stando alle indiscrezioni raccolte da El Pais, in totale gli istituti iberici dovrebbero rimborsare 44 miliardi.

La Consob ha deciso di vietare le vendite allo scoperto sul titolo Saipem. Il divieto, spiega in una nota la Commissione, “è stato adottato in applicazione dell’articolo 23 del Regolamento comunitario in materia di ‘Short Selling’, tenuto conto della variazione di prezzo registrata oggi dal titolo (superiore alla soglia del 10%). Il provvedimento è in vigore nella seduta borsistica di giovedì 31 gennaio 2013 (dalle ore 00:00 alle ore 24:00), sul mercato MTA di Borsa Italiana. Il divieto riguarda le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilità dei titoli. Con ciò viene estesa e rafforzata la portata del divieto di vendite allo scoperto nude, già in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre scorso in virtù del Regolamento Comunitario”.

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