Alla fine il colpo è arrivato anche in Europa. E il caso del Monte dei Paschi di Siena, da giorni al centro della campagna elettorale italiana, è entrato a pieno titolo nella bilancia dei precari equilibri comunitari, tornando ad alimentare la tensione tra la Bundesbank e la Banca Centrale europea. La stampa tedesca che da giorni si sta occupando delle vicende della banca senese, infatti, oggi si è mossa all’unisono contro il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, per sottolinearne le responsabilità su Mps in quanto governatore di Banca d’Italia dal 2006 al 2011.
L’occasione, del resto, era troppo ghiotta per il Paese che non sta affatto digerendo la creazione della vigilanza unica bancaria europea sotto l’egida della Banca Centrale europea, il cui presidente già la scorsa estate era stato duramente attaccato al grido di “così ci riporterà a Weimar” nelle settimane del braccio di ferro con il numero uno della Bundesbak, Jens Weidmann, sull’Esm, il nuovo sistema di aiuti ai Paesi in difficoltà che ha avuto il via libera a settembre con il voto contrario dei tedeschi.
E così oggi il conservatore die Welt titola: “La banca tradizionale italiana mette in difficoltà il presidente della Bce”, mentre il sottotitolo è: “Le accuse al Monte dei Paschi di Siena raggiungono Mario Draghi. All’epoca era il più alto supervisore della banche del Paese”. “Ci si deve chiedere perché lui e i suoi collaboratori di Banca d’Italia non siano intervenuti tempestivamente su Mps”, si legge ancora nell’articolo, in cui si dà conto dell’incontro del numero uno dell’Eurotower con il ministro dell’Economia Vittorio Grilli nei giorni scorsi. La “grave caduta” di Mps, per la Welt, è una storia che ha origine “nell’ambizione di stare al passo con la concorrenza”, con i due colossi del sistema bancario italiano Unicredit e Intesa Sanpaolo. E lo scandalo che sta colpendo la banca, si aggiunge, è un “problema per Pierluigi Bersani” mentre sta avvantaggiando Silvio Berlusconi.
Per la Frankfurter Allegemeine Zeitung, poi, “la crisi del Monte dei Paschi raggiunge Draghi”. Per il presidente della Bce il caso è “spinoso”, scrive ancora il quotidiano conservatore di Francoforte, “perché è un assaggio di quali difficoltà dovrà affrontare la Bce una volta approdata al suo nuovo ruolo di sorveglianza”. Infine il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, titola: “Il ministro difende Draghi”. Il caso Mps “ha raggiunto adesso anche il parlamento italiano”, scrive la testata riferendo della difesa di Grilli della Banca di Italia.
Intervento indiretto, intanto, dalla Commissione, con il commissario Ue alla Concorrenza, Jaquin Almunia, che dichiara che il problema derivati di Mps ‘”mi interessa come cittadino, responsabile politico e membro della Commissione”, ma in qualità di antitrust Ue “non ci occupiamo di derivati, non siamo noi i supervisori”.
Ma il presidente della Bce non è stato bacchettato soltanto dalla stampa tedesca. “Questa torbida saga ha messo Draghi sotto i riflettori perché il presidente della Bce era a capo di Bankitalia quando Mps è finita nei guai”, ha sottolineato in un articolo Hugo Dixon, editorialista di Reuters e fondatore di Reuters Breakingnews. “L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti”, ha aggiunto, “ha avvertito su Twitter di essere sorpreso che Draghi non ha scoperto o prevenuto tali transazioni complesse”. E anche il New York Times ha tirato una frecciata al numero uno della Bce. “E’ uno scandalo con implicazioni politiche che rischiano di espandersi a livello europeo”, ha scritto, sottolineando che “lo scandalo ha sollevato domande sul controllo che Draghi esercitava su Mps”.