Ha sfruttato al meglio il fattore-campo il cuoco francese Thibaut Ruggeri, capitano della squadra francese che si è aggiudicata il primo posto al Bocuse d’Or, una delle più importanti competizioni gastronomiche del mondo. Ventiquattro le squadre in gara e solamente due giorni, a fronte di mesi di preparazione meticolosa, per dimostrare di essere i migliori. A Lione si è appena conclusa la gara biennale fondata nel 1987 dal leggendario chef d’oltralpe Paul Bocuse, padre della ‘nouvelle cuisine’, e da Albert Romain. Vice chef da Lenôtre a Plaisir, il giovane Ruggeri, 32 anni ha conquistato la giuria, di fronte a 1800 fan, con un ‘filetto di manzo nella mente di un Rossini’ e il rombo con “infusione di perle a base di erbe”.
Il secondo e terzo gradino del podio sono stati raggiunti rispettivamente dal danese Jeppe Foldager, e dal giapponese Noriyuki Hamada, ed è appena la seconda volta nelle 14 edizioni che chef extraeuropei finiscono nel terzetto di testa. Gara anonima, invece, per gli italiani. L’edizione di quest’anno vedeva l’esordio di diverse novità regolamentari, volte a rendere l’evento più spettacolare; per la prima volta – ad esempio – gli chef in gara dovevano mettersi in gioco improvvisando due contorni dopo aver ‘fatto spesa’ la sera precedente in uno speciale market allestito dall’organizzazione. A giudicare i 24 cuochi in gara da tutto il mondo, una giuria di altissimo livello: Thomas Keller (USA), il vincitore della passata edizione Rasmus Kofoed (Danimarca), Brian Turner (Regno Unito) e anche l’italiano Enrico Crippa, neo tre stelle Michelin, presidente d’onore della giuria, senza diritto di voto.
Durante la competizione sono stati assegnati anche dei premi speciali: il Guatemala ha vinto per la miglior promozione, l’Ungheria per il miglior poster, il Regno Unito per il miglior commis e il miglior piatto di carne, la Norvegia per il miglior piatto di pesce. Il Bocuse 2013 va quindi in archivio, ma per gli sfidanti l’appuntamento è già in calendario: ci si rivede nel 2015.
di Giorgia Cipria