Una bambina di cinque anni di Petronà (Catanzaro), affetta dalla sindrome di Niemann Pick, una malattia genetica rara, sarà sottoposta ad un protocollo terapeutico con cellule staminali. Lo hanno deciso i giudici della sezione lavoro del Tribunale di Crotone, che hanno accolto il ricorso d’urgenza presentato dell’avvocato Tiziano Saporito, legale dei familiari della piccola. Il protocollo terapeutico verrà eseguito nell’azienda ospedaliera Ospedali civili di Brescia. La somministrazione del protocollo terapeutico con le staminali era stata sospesa tempo fa dopo il divieto da parte dell’agenzia nazionale del farmaco. I familiari della bimba, per fare in modo di poter accedere alla terapia, hanno deciso di rivolgersi ai giudici di Crotone sostenendo che “non esiste, certamente, allo stato, un farmaco che garantisca una guarigione, sussiste però, circostanza certificata da un ospedale pubblico italiano, a ragione, ritenuto rientrante nel panorama d’eccellenza nella sanità europea, una cura compassionevole che su bambino afflitto da medesima patologia ha sortito risultati assolutamente positivi”.
Nel ricorso ai giudici, inoltre, si sosteneva anche che “sussistono dei dati scientifici a sostegno della validità delle cure compassionevoli richieste. A onor del vero sembra quasi pleonastico illustrarle visto che un’eccellenza sanitaria del panorama sanitario internazionale ne ha disposto la somministrazione su pazienti, implicitamente riconoscendone la validità”. La decisione dei giudici è arrivata quattro giorni dopo la presentazione del ricorso. Nel provvedimento il tribunale di Crotone sostiene che “il diritto alla salute, nei casi di necessità, urgenza ed eccezionalità come questo in esame, deve essere inteso quale situazione giuridica soggettiva perfetta non solo all’assistenza in sé quanto piuttosto a quel tipo e da quel livello di servizio sanitario in grado di garantire al malato quantomeno una vita dignitosa nei termini in cui agli articoli 2 e 32 della Costituzione, secondo fondamentale principio solidaristico di tutela e cura della persona del suo essere relazionale e nella sua interezza”.
‘Voglio esprimere grande soddisfazione per la pronuncia dei giudici del tribunale di Crotone, anche per la sensibilità giuridica che è stata dimostrata- dice l’avvocato – Il giudice si è dimostrato attento a garantire prontamente il diritto costituzionale della salute. La salute è, infatti, un bene sociale e, come tale, va garantito ad ogni essere umano, indipendentemente dalle acquisizioni di natura deontologica sull’opportunità, o meno, di tali cure sperimentali. Il diritto alla salute è uno di quei diritti costituzionali imperativi che deve trovare una serrata tutela, senza se e senza ma. Spero, dunque, che la cura imposta possa dare una speranza alla piccola bimba e un po’ di serenità ai suoi genitori”.