Tra Giovanni Favia e Beppe Grillo continuano a volare parole pesanti. Ieri il consigliere regionale emiliano, candidato alla Camera di Rivoluzione Civile alle prossime elezioni, è tornato a parlare del Movimento 5 stelle da cui è stato espulso, durante la presentazione a Roma del libro ‘L’armata di Grillo’ del giornalista di Repubblica Matteo Pucciarelli. “Il M5S non è una setta, ma ci sono dei parallelismi: è una comunità così totalizzante che quando ne esci sei finito – ha dichiarato Favia -. Non è un partito, ma un blog gestito da un’agenzia di marketing che mobilita dei cittadini, decidendo se, come e perché farlo: su questo non si può mettere becco”. “La cattiveria con cui mi hanno attaccato, la falsità e la violenza delle cose che mi hanno detto – spiega ancora l’ex grillino- mi fanno vedere tutto da un altro punto di vista. Per alcuni aspetti ora il movimento mi spaventa”. Favia rifiuta che il suo nuovo movimento, Rivoluzione Civile, venga legato ai “vecchi” partiti che hanno contribuito a fondarla (Italia dei Valori, Rifondazione comunista e Comunisti italiani): “Attaccare Ingroia è diventato lo sport nazionale. Ma Diliberto è in posizione ineleggibile, Di Pietro è stato candidato da Grillo a presidente della Repubblica, mentre Ferrero era fuori dal Parlamento e ha fatto battaglie importanti. La maggior parte dei candidati viene dalla società civile”. Il partito di Ingroia, però, non è il punto di approdo di Favia: “La mia ambizione è un nuovo movimento che superi la forma partito: il sogno che Grillo mi ha rubato”. E Rivoluzione Civile cosa sarà tra cinque anni? “Questo non lo so” di Tommaso Rodano