Spostato di una settimana il consiglio di amministrazione dell'azienda che vede la contrapposizione tra i grandi e piccoli azionisti. Sul piatto un prestito fino a 200 milioni per scongiurare il ricorso a una ricapitalizzazione
E’ stato rinviato di una settimana e dovrà essere riconvocato il cda di Alitalia che era previsto per lunedì 4 febbraio. Serve più tempo per completare gli approfondimenti tecnici sull’operazione di finanziamento da parte dei soci necessaria per riequilibrare la posizione finanziaria della società. Il piatto forte del consiglio di amministrazione è un prestito fino a 200 milioni di euro per disinnescare la mina della crisi di liquidità. Una partita cruciale, che si è aperta nel corso della riunione “fiume” del board, che si è svolta lo scorso 28 gennaio per esaminare il budget 2013. L’obiettivo del cda è quello di scongiurare il ricorso a una ricapitalizzazione, che vedrebbe le resistenze di molti azionisti non disponibili a mettere mano al portafogli.
L’ultima riunione è stata infatti piuttosto movimentata e animata e avrebbe registrato una spaccatura tra i grandi azionisti, a cominciare dal presidente di Alitalia Roberto Colaninno e Intesa SanPaolo, contro un gruppo di piccoli soci, che raccoglie il 20% del capitale sociale. E’ proprio lo schieramento dei “piccoli” che avrebbe dato voce, il 28 gennaio, a forti malumori. Particolarmente battagliero sarebbe stato il vicepresidente di Alitalia Salvatore Mancuso, che guida il fondo lussemburghese Equinox, cui fa capo il 3,85% del capitale di Alitalia, che avrebbe chiesto una redistribuzione delle deleghe tra il presidente Colaninno e il vicepresidente Elio Catania, l’ex numero uno delle Ferrovie dello Stato del quale si ricorda la corposa buonuscita del 2006, a fronte di un bilancio in profondo rosso.
Una mozione, quella di Mancuso, che ha visto favorevoli Gaetano Carbonelli D’Angelo, Achille D’Avanzo, Ernesto Monti, Paolo Ligresti. Netta, peraltro, la posizione manifestata, all’indomani del cda, da Carbonelli, il quale ha dichiarato di essere disponibile a investire, ma solo a fronte di un segno di discontinuità nella gestione. Secondo ipotesi che circolano in queste ore, se la compagine azionaria non dovesse ricompattarsi, ad aprire i cordoni della borsa per l’erogazione del prestito dovrebbero essere, in rapporto alla quota detenuta, i soci favorevoli. L’entità del finanziamento ponte sarebbe stimata tra i 150 e i 200 milioni. Intanto, nonostante i rumors sempre più insistenti, non sarebbe ancora stato formalizzato il conferimento del mandato all’advisor Rotschild per valutare a tutto campo le opzioni per la cessione delle quote da parte dei soci della compagnia.
Ma i riflettori sono anche puntati su Abu Dhabi dove la compagnia Etihad, della quale si parla per un possibile investimento in Alitalia, il 4 febbraio illustrerà i risultati di bilancio. Non è escluso che da parte del presidente e ceo dell’aviolinea, James Hogan, possa arrivare qualche indicazione su questo fronte. Secondo notizie di stampa francesi, nei giorni scorsi, si sarebbe svolto un incontro tra il numero uno di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta e lo stesso Hogan per ottenere l’assicurazione che nulla si farà senza l’accordo del gruppo franco-olandese. Per il via libera ai conti 2012 di Alitalia, invece, l’appuntamento è fissato per il 25 febbraio prossimo. La cifra che circola è quella di perdite intorno ai 180 milioni. Nei primi 9 mesi dell’anno, il rosso si è attestato a quota 173 milioni di euro. Per l’esercizio in corso, Alitalia, come è emerso nel consiglio di amministrazione dello scorso 28 gennaio, ha però confermato l’obiettivo del pareggio operativo.