Abbiamo superato le 10.000 miglia percorse in avvicinamento su San Francisco, ma le miglia effettive sono molte di più. Il nostro aliseo sta diventando sempre più debole e instabile, cambiamo lo spi abbastanza spesso, sotto i 13 nodi mettiamo una vela più piatta e sopra i 13 uno spi asimmetrico più classico. Siamo al decimo parallelo sude proseguiamo la nostra corsa verso l’equatore sperando che Eolo sia clemente con noi anche questa volta.
Ho scoperto che una delle grandi differenze tra la navigazione in solitario e quella in equipaggio è la musica. Quando si naviga da soli l’udito è uno dei sensi più importanti. La barca parla attraverso i suoi rumori che bisogna imparare a conoscere e decifrare. Tramite l’udito si riesce a capire tutto quello che succede a bordo, è la barca ad avvisare se c’è una vela da cazzare o un meolo da tirare, se un pezzo si sta rompendo o bisogna fissare meglio una tanica d’acqua. Attraverso i rumori si crea un rapporto con la barca che ci permette di tenere tutto sotto controllo. Navigare ascoltando la musica nelle cuffie equivale a mettersi una benda sugli occhi.
Su Maserati con un equipaggio di nove persone ho scoperto che timonare con la musica nelle orecchie è bellissimo. La barca che plana accompagnata da una bella canzone è un’esperienza quasi mistica. Ma ovviamente c’è sempre qualcun altro che sta a ascoltare la barca e i suoi rumori…
Foto: Boris Herrmann