In programma c'è l'audizione del pm minorile Annamaria Fiorillo che, la notte tra il 27 e 28 maggio quando la ragazza fu portata in Questura, dispose l'affidamento a una comunità. Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini si è opposta sostenendo che nel pomeriggio si può tenere udienza
Alla fine ce l’hanno fatta gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini. Il Tribunale di Milano ha accolto il legittimo impedimento, riproposto nelle ultime settimane in tutte le aule dove si celebrano i processi a Silvio Berlusconi. Al processo Ruby questa mattina era “spuntanto” anche il “calendario riservato” del Cavaliere, impegnato da giorni in programmi tv a spiegare il programma del Pdl. Nel presentare l’ennesima richiesta di legittimo impedimento, venerdì all’appello Mediaset i difensori avevano addirittura lasciato l’aula, a presenziare all’udienza di stamattina, l’avvocato Niccolò Ghedini ha detto che consegnerà ai giudici un “planning” degli impegni dell’ex premier in vista del voto, che vuole però tenere “riservato” per ragioni di sicurezza e per non avvantaggiare i suoi avversari. “Sono momenti essenziali della sua campagna elettorale”, ha aggiunto il collega Piero Longo. Longo ha motivato la richiesta di legittimo impedimento con impegni televisivi del cavaliere in mattinata, spiegando che i palinsesti vengono decisi in base alla par condicio e questo non permette a Berlusconi di saltare l’appuntamento di stamattina. Stamattina il Cavaliere è ospite di “L’aria che tira” su La7.
Longo e Ghedini hanno anche affermato di avere scelto di essere presenti oggi in Aula anche se avrebbero voluto partecipare alla campagna elettorale in qualità di candidati al Parlamento nella Regione Veneto. Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini si è opposto all’istanza di legittimo impedimento, spiegando che se proprio si volesse forzare la legge, potrebbe essere accolta solo per l’impegno di stamani – e quindi rinviare il processo ad oggi pomeriggio per ascoltare l’ultimo testimone. Si tratta del pm del Tribunale dei minori, Annamaria Fiorillo, chiamata a ricostruire la notte in cui Ruby venne fermata e portata in caserma a Milano. Il magistrato, la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando Berlusconi chiamò in Questura per farla rilasciare spacciandola per la nipote di Mubarak, decise che la ragazzina accusata di furto doveva finire in comunità. Ma non andò così e Ruby fu affidata alla consigliere regionale Nicole Minetti. Successivamente il magistrato, anche in tv, spiegò che quella notte niente andò come lei aveva disposto.
Boccassini, nell’opporsi alla richiesta della difesa, ha spiegato di basarsi sullo schema della sentenza della Corte Costituzionale. Il pm ha anche aggiunto che forzando la legge si può anche considerare un legittimo impedimento la presenza di Berlusconi in una trasmissione tv, ma non di sicuro gli impegni a Trieste di oggi pomeriggio ai quali “è stato invitato come tante altre persone”. I giudici hanno ritenuto questa volta (il 14 gennaio avevano negato la sospensione per permettere all’ex premier di fare campagna elettorale, ndr) di accogliere l’istanza e hanno rinviato l’udienza all’11 febbraio.