Nei Paesi dove esistono queste sale in generale sono calati i decessi dovuti a overdose, ma i segnali che arrivano non sono tutti positivi. I morti e le infezioni diminuiscono, ma aumentano i consumatori. Alcuni osservatori sottolineano il fatto che all'eroina si sostituisca sempre più la cocaina e con minori rischi
Non è ancora chiaro quando in effetti il centro aprirà. Neppure dove si trovi esattamente a Parigi, in quale strada. Troppe sono state le polemiche in merito da quando la sinistra, arrivata al potere con l’elezione di François Hollande, ha deciso di sperimentare anche in Francia le “salle de shoot”, ovvero le sale per il consumo di droghe pesanti. Una cosa è certa, comunque: si comincia.
Oggi è stato lo stesso premier, il socialista Jean-Marc Ayrault, ad autorizzare il primo esperimento nella capitale francese. Si tratterà di una sala dove i tossicodipendenti potranno consumare sostanze stupefacenti in condizioni igieniche accettabili e sotto la supervisione di personale sanitario specializzato. L’altro obiettivo, come negli altri Paesi, dove le “salle de shoot” sono già una realtà, è ridurre la delinquenza in strada, per la permanenza di gruppi di consumatori all’esterno. In Francia questa sala sperimentale verrà gestita da un organismo pubblico, la Missione interministeriale di lotta contro le droghe e le tossicomanie (Mildt), in collaborazione con il dicastero della Sanità. Ma già numerosi comuni, sia di sinistra che di destra, hanno chiesto di accoglierne altre.
Storicamente il primo centro di questo tipo fu inaugurato a Berna nel 1986. Adesso esistono ormai ormai circa 90 sale di consumo a livello mondiale, ma quasi tutte (80) in Europa e nessuna (almeno ufficialmente) negli Stati Uniti. Sebbene con qualche differenza, seguono regole simili, come proibire all’interno della struttura il traffico e lo spaccio. Le finalità sono evitare overdose (con l’intervento di personale medico e infermieristico nel caso uno dei consumatori stia male) e limitare, mediante l’uso di siringhe sterilizzate e l’igiene dei locali, la trasmissione di epatite e Aids.
Il modello funziona? Nei Paesi dove esistono queste sale in generale sono calati i decessi dovuti a overdose, ma i segnali che arrivano non sono tutti positivi. In Germania per esempio le prime sale di consumo vennero aperte nel 1994, ma sono state legalizzate solo dal 2000. Oggi ve ne sono attive 25 in 16 città, con una ripartizione ineguale sul territorio, perché le politiche in materia di sanità dipendono in gran parte dai Laender, le regioni. Le regole, comunque, sono stabilite a livello nazionale. E la normativa tedesca è considerata la più severa e efficace. Tutte le sale sono integrate a centri di riduzione dei rischi, dove si distribuisce gratuitamente materiale sterilizzato. E soprattutto si ammettono solo consumatori con minimo 16 anni. E mai persone che hanno bevuto o che stanno seguendo cure di disintossicazione mediante droghe sostitutive. In tutta la Germania si è scesi da 2.030 morti per overdose nel 2000 a 986 nel 2011. La riduzione è stata particolarmente forte (meno 20%) fra il 2010 e il 2011, quando, pero’, il numero di consumatori di droghe pesanti si stima sia cresciuto del 15%. E’ una delle maggiori critiche che si fanno al sistema: le sale favorirebbero il consumo. In un’inchiesta condotta di recente in una sala a Rotterdam, in Olanda, gli utenti hanno indicato un calo del consumo da quando frequentano la sala nel 12% dei casi. Ma una crescita nel 16%.
Nei Paesi Bassi, dove le sale sono 37, le regole sono molto più blande che in Germania. E’ uno dei rari Stati che autorizza l’accesso al centro anche ai consumatori di droghe leggere. E in un quarto delle sale olandesi è addirittura concesso il consumo di alcool. In Olanda, comunque, ormai dal 2000 nessun consumatore di eroina o di altri stupefacenti iniettati per siringa è affetto da Aids (era l’8,6% nel 1986). E anche le morti per overdose sono crollate, anche se alcuni osservatori sottolineano il fatto che all’eroina si sostituisca sempre più, come in tutta l’Europa, la cocaina, con minori rischi di overdose e di infezioni. Proprio per i cambiamenti nel “mercato” della droga una sala di consumo, per mancanza di “clienti”, è stata chiusa nel 2011 a Bienne, nel cantone di Berna, in Svizzera, il primo Paese ad avere sperimentato questo tipo di centri. Esistono pure sette sale in Spagna, ma, a causa della crisi economica e dei tagli conseguenti al budget pubblico,una è stata chiusa nel 2011 nella periferia della capitale. Intanto il Parlamento danese ha autorizzato nel giugno del 2012 l’apertura delle sale di consumo di droghe pesanti. All’inizio era previsto che i responsabili di questi centri informassero le autorità pubbliche sull’identità dei frequentatori. Ma alla fine i deputati vi hanno rinunciato.