Il muro del convento dei Cappuccini ospita un foglio con il volto di un bimbo: "Non sono un diritto, non voglio diventare un giocattolino per coppie gay". I frati: "Messo da Scienza e vita, ma condividiamo il contenuto"
“Io non sono un diritto”. Recita così il manifesto affisso nei giorni scorsi fuori dalla chiesa dei Cappuccini in Borgo Palazzo a Bergamo (foto concessa da Bergamonews). Un manifesto contro le adozioni da parte delle coppie omosessuali che riporta l’ipotetico pensiero di un bambino. Accanto alla foto di un neonato è stata stampata una frase che lascia poco spazio all’immaginazione: “Io non sono un diritto! Un bimbo non è un diritto. Voglio un papà/uomo e una mamma/donna. Non voglio diventare il giocattolino “adottabile” da una coppia gay”. E poi continua: “Io non voglio essere il prodotto di una fecondazione artificiale e nascere già dopato da ormoni superflui… ho il diritto di nascere da una relazione d’amore naturale tra un uomo e una donna”.
Una presa di posizione netta, che arriva a pochi giorni dal via libera alle nozze gay da parte dell’assemblea nazionale francese contro cui si era già schierato in maniera chiara anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che era intervenuto auspicando che l’Italia non prendesse esempio dalla Francia. All’esternazione di Bagnasco era seguita quella dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, che pur confermando la contrarietà della Chiesa “all’egualitarismo malato” che vorrebbe assegnare pari diritti a coppie gay ed etero, ha preso le distanze dalle discriminazioni di cui gli omosessuali sono ancora vittime in molti paesi del mondo.
Il manifesto è firmato dall’associazione “Scienza e vita alleati per il futuro dell’uomo”, che vede tra i propri fondatori uno stuolo di professionisti, medici, parlamentari ed ex (Ferdinando Adornato, Paola Binetti, Carlo Casini, Giuseppe Fioroni, e fra Marcello Longhi, Renzo Lusetti, Alfredo Mantovano, Gustavo Selva, Luca Volontè e tanti altri). Non è dunque stato realizzato direttamente dai frati del convento dei Cappuccini. Oggi fra Marcello Longhi, il responsabile del convento, spiega la vicenda: “Io non sapevo nulla di questo manifesto – dice – ma domenica, in occasione della giornata per la vita e in pieno accordo con me, è stato ospitato davanti alla chiesa un gazebo dell’associazione Scienza e Vita, di cui condivido gli scopi e il pensiero. Non escludo che tra il materiale informativo che veniva offerto ci fosse anche qualche poster sul tema delle adozioni omosessuali”. Il responsabile del convento ha poi aggiunto: “Tutti sono liberi di esprimere la propria opinione, così anche noi. Del resto come cattolici abbiamo le nostre riserve sul tema delle adozioni a coppie omosessuali e questa non è una novità. Il dibattito è aperto, non è un delitto se qualcuno esprime apertamente la propria opinione”.