La carriera di Chris Huhne, ex ministro dell’attuale governo Cameron, è distrutta. Tutta colpa di un eccesso di velocità che il politico aveva cercato di far ricadere sulla ex moglie per evitare il decurtamento dei punti sulla patente
“Avendo assunto piena responsabilità di eventi accaduti dieci anni fa, ora l’unica cosa giusta e appropriata che posso fare è dimettermi dal mio posto di parlamentare”. Chris Huhne, deputato per il seggio di Eastleigh, prima sottosegretario e poi ministro alle Politiche energetiche dell’attuale governo Cameron e già uomo di punta e papabile segretario del partito liberaldemocratico, in un momento definito dai presenti come ‘drammatico’ ieri pomeriggio ha ammesso le sue colpe e subito si è dimesso. Il 12 marzo 2003, alla guida di quell’auto che fra l’aeroporto di Stansted e Londra superava di 19 miglia orarie il limite consentito c’era proprio lui e non la moglie, come invece aveva fatto credere successivamente per evitare una multa, il decurtamento dei punti della patente e un processo penale. Ieri, appunto, la svolta. E Huhne, politico navigato che si era dimesso dal suo posto governativo nel febbraio del 2012 proprio per poter presenziare al processo, ha ammesso quello che aveva negato, l’ultima volta, anche una settimana fa.
Il procedimento nei confronti dell’ormai ex moglie, Vicky Pryce, inizierà nei prossimi giorni, ma la donna ha ripetuto più volte di essere innocente, dopo che la vicenda, due anni fa, era trapelata a seguito della rottura con Huhne per un affare extra-coniugale del politico. I tabloid erano andati a nozze con la storia e le pressioni avevano subito portato alle accuse giudiziarie. Il processo, nei giorni scorsi, ha avuto anche dei risvolti drammatici, quando sono state sviscerate, di fronte alla giuria, le dinamiche famigliari. In aula sono infatti stati letti dei messaggi di testo telefonici fra Huhne e il suo primogenito. Il figlio Peter, 18enne, mesi fa infatti scrisse al padre: “Sappiamo tutti che alla guida di quella macchina c’eri tu e che hai fatto pressioni sulla mamma. Ammettilo o accettane le conseguenze”. E, prontamente, Huhne gli aveva risposto: “Non ti preoccupare, non ho assoluta intenzione di mandare tua madre in prigione per tre mesi”. Ma il giudice, ieri, è stato chiaro. Di mesi l’ormai ex parlamentare ne rischia fino a 36 e le parole del magistrato sono state forti: “Lei non si faccia illusioni sull’entità della sentenza che molto probabilmente arriverà. Ha capito?”. Come a dire: voi politici sbagliate, ma noi giudici siamo sempre qui pronti a condannarvi. E a non fare eccezioni di sorta.
Ora, tuttavia, si aprono anche nuovi scenari politici. Il seggio di Huhne è infatti conteso fra conservatori e liberaldemocratici e le due entità politiche, che formano il governo di coalizione guidato da David Cameron, per quel posto in rappresentanza del territorio di Eastleigh si stanno già facendo la guerra. Probabile la vittoria dei conservatori nelle elezioni di seggio per la designazione del nuovo parlamentare, ma è tutto ancora da vedere. Intanto Nick Clegg, vice primo ministro e leader dei liberaldemocratici – proprio quel Clegg che vinse su Huhne alle primarie del 2007 -, ha difeso il parlamentare, ora reo confesso, fino a poche ore prima della svolta nell’aula di tribunale. A distanza di sole tre ore, Clegg diceva: “Auspico per Chris un ritorno nella leadership del partito liberaldemocratico”. Ma dopo la sentenza lo stesso Clegg si è rifiutato di commentare, se non con un generico “è una vicenda molto triste”, così come il primo ministro Cameron si è limitato a far rilasciare un commento da un portavoce: “Quello che è successo sono affari personali di Huhne”. La politica britannica porta a rapide carriere ma anche a velocissime messe al bando. Tutto per 19 miglia orarie di troppo fra un aeroporto e una metropoli che sa essere inflessibile.