Febbrile disputa verbale negli studi di “Omnibus”, su La7, tra il deputato Pd Francesco Boccia e l’economista Irene Tinagli, candidata nella lista “Con Monti per l’Italia”. Il nodo della discussione verte sulla tassazione delle rendite, propugnata dall’esponente del Pd, il quale esordisce con un ringraziamento al Fatto Quotidiano per l’inchiesta sullo scandalo Mps. Boccia prosegue nel suo intervento, affermando la necessità di ridurre le imposte sul lavoro e di tassare maggiormente le rendite finanziarie. “Viviamo in un Paese” – continua il politico – “che fa pagare ancora alcune rendite finanziarie al 20% e altre addirittura al 12,5%, di fronte a una media europea del 25,5%. Poi un operaio che guadagna 20mila euro all’anno paga il 23%”. Irene Tinagli fa le pulci alle dichiarazioni di Boccia e accusa: “Il Pd vuole ridurre il costo del lavoro mettendo una patrimoniale o tasse sulle rendite”. “Tinagli, questo veramente lo dice Brunetta, non io”, controbatte l’esponente del Pd. Ma l’economista prosegue nel suo torrenziale monologo, di fronte a un Crosetto sfiancato dalla “lectio magistralis”, e stronca totalmente le misure invocate da Boccia. “Io sono stato molto chiaro” – ribatte il deputato – “ho parlato di rendite finanziarie. Irene Tinagli, sa quanto a quanto ammontano in Italia le aliquote sulle rendite finanziarie?“. La candidata della lista montiana, menando il can per l’aia, risponde: “I patrimoni finanziari sono la cosa più mobile che esiste”. Boccia insiste e riformula la domanda alla Tinagli, che con visibile imbarazzo e voce tremolante replica: “Sì…non sono altissime, vabbè. M’illumini”. Ma il parlamentare del Pd è implacabile e ripete la sua richiesta. “Mi scusi, lei si occupa di economia per Monti. Mi dice a quanto ammontano le aliquote?”. “So che sono inferiori alla media, ma io non mi occupo di rendite finanziarie”, risponde con tangibile disagio l’economista di Gisella Ruccia