La Consob avrebbe potuto verificare facilmente i reati commessi nell’area finanza del Monte dei Paschi di Siena e denunciati in un esposto anonimo inviato alla vigilanza dei mercati nell’agosto del 2011. “Non è difficile ricostruire i fatti”, scrive la talpa di Mps nella denuncia, inviata alla redazione di Report nel dicembre successivo e di cui Milena Gabanelli ripercorre alcuni punti sul Corriere della Sera di oggi. L’invito è alla Consob, perché la commissione interroghi il personale: “Il rischio di una denuncia penale”, porterà “ad una assoluta collaborazione”.

La denuncia riportava inoltre che a Londra i commenti e le battutine su Mps si sprecavano: con il trade Nomura, soprannominata la madre di tutte le truffe, Mps aveva battuto ogni record a Londra di “regalo alla Street”, diceva il dipendente anonimo avvertendo la commissione che nel 2010 l’operazione perdeva “più di 500 milioni”. Prima ancora, nel 2009, non soddisfatto “dei guadagni su conti off shore”, l’ex responsabile dell’area Finanza di Mps, Gianluca Baldassarri, “continuava a tradare (scambiare titoli) liberamente con i suoi amici, spesso anche durante le sue lunghe vacanze in Florida, a Miami”. E “nel completo disprezzo delle buone norme di condotta aziendali, acquista e vende titoli direttamente dalla spiaggia” accusava la talpa nell’esposto.

I complici di Baldassarri eseguono le operazioni di trading impartite dal capo ma “temendo la responsabilità penale delle loro azioni in quanto i prezzi dei titoli sono spesso fuori mercato” scrivono nel commento all’operazione “trade Baldassarri, sinonimo di lasciapassare all’interno della banca” in quanto “nessuno mai controllerà o si permetterà di contestare qualcosa fatta da Baldassarri, non controllando però che in alcuni giorni lo stesso Baldassarri risultava in ferie”. Il sistema creato dall’ex responsabile dell’area finanza di Mps, prevedeva che per vendere prodotti al Monte bisognasse passare attraverso intermediari “amici” che offrivano “consulenze fittizie” il cui ricavato veniva spartito con i dipendenti infedeli di Mps.

Ci sono i “tanti” broker “amici di Baldassarri” come “la Gdp di Milano e Lugano, alcune scatole di diritto inglesi da cui è indispensabile passare, pagando cospicue parcelle per inutili e fittizie consulenze, se si vuole vendere al Paschi dei fondi” e la “Enigma Securities (di Londra e Milano), il cui proprietario, Maurizio Fabris, è più presente sui circuiti automobilistici che nelle sale operative”, è scritto ancora nell’esposto. “Come faccia una minuscola società” come la Enigma “ad essere la principale controparte del desk corporate Bond di Mps è un mistero; lo è ancora di più capire come mai tutti i dipendenti di Mps ogni volta che tradano con lei stranamente le applicano condizioni migliori”.

E già nel 2008 gli ”sciagurati investimenti”realizzati da Baldassarri avevano creato una “voragine nei conti” della banca senese: “i ben informati dicono circa 800 milioni di perdite in parte nascoste nel bilancio della banca”, conclude l’esposto anonimo, sottolineando che nessuno nel Monte, neppure lo steso Baldassarri “era in grado di valutare” le complesse operazioni finanziarie messe in piedi con controparti estere “e spesso nemmeno i sistemi della banca erano in grado di gestirle correttamente e di evidenziarne i rischi finanziari”. Da un lato c’era “scarsa preparazione” degli uomini di Baldassarri, dall’altro l’interesse solo per plusvalenze e favori.

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