Parte male la trattativa tra sindacati e la Unipol delle Coop sugli esuberi e la riorganizzazione che seguirà alla fusione con Fondiaria-Sai orchestrata da Mediobanca. In una nota unitaria i sindacati denunciano l’elusione “delle garanzie fondamentali” per i lavoratori con “inaccettabili ricadute sulla vita di migliaia di famiglie”. Insomma, in parallelo allo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, per la finanza rossa si sta consumando un altro dramma, questa incentrato sui diritti dei lavoratori.
Unipol, spiegano i sindacati, ha presentato un documento, destinato a essere il preambolo del verbale di accordo sindacale, in cui non si fa riferimento all’esclusione dei licenziamenti individuali e collettivi, alle attività che dovranno garantire l’occupazione nelle sedi, alla volontarietà dei trasferimenti tra sede e all’applicazione del fondo esuberi secondo le previsioni contrattuali. “Le affermazioni sbandierate dall’azienda su una presunta volontà di trovare soluzioni condivise sono palesemente in contrasto con le misure contenute nel testo aziendale”, spiegano i sindacati.
Oltre alla mancanza di garanzie, i sindacati denunciano l’assenza di “elementi di chiarezza su tutto il piano industriale, sia per quel che riguarda le società non inserite nel progetto di fusione, sia per definire misure adeguate per le quote di portafoglio cedute, in relazione ai lavoratori interessati”. “L’unica logica che guida il documento – affermano – è il raggiungimento a qualunque costo di obiettivi di utile aziendale, basati sulla pura riduzione dei costi”.
“L’azienda vuole mano libera per fare quello che vuole”, denuncia Giovanni Cavalcanti, segretario responsabile del settore assicurativo della Fisac. I rappresentanti dei lavoratori definiscono “irricevibile” l’accordo quadro, il documento che fissa le garanzie a favore dei lavoratori nell’ambito del processo di riorganizzazione, proposto da Unipol. In tutto il gruppo, dunque, scatteranno le assemblee e la mobilitazione che porterà “alla proclamazione di uno sciopero di due ore”. I punti più delicati dell’accordo sono due: il trasferimento di un “gruppo consistente di lavoratori” dalla sede di Firenze a quella di Bologna e da quella di Torino a quella di Milano, per cui i sindacati chiedono una volontarietà che l’azienda non vuole riconoscere, e la minaccia dell’azienda di ricorrere alla legge 223 sui licenziamenti collettivi in mancanza di accordo con le parti. “Senza la volontarietà – sottolinea Cavalcanti – questi trasferimenti equivalgono a dei licenziamenti”.
Il nuovo gruppo, che nascerà dalla fusione della compagnia delle Coop con le società dell’ex gruppo Ligresti, si chiamerà UnipolSai Assicurazioni. Nello statuto post fusione si legge che la nuova “creatura” incorporerà anche Premafin “ed eventualmente” Milano Assicurazioni. Da Torino la sede legale del gruppo si sposterà a Bologna, mentre il consiglio di amministrazione sarà formato da un minimo di 9 fino a un massimo di 19 componenti.