Il nome di Marco Dimitri, 50 anni, è presente nella circoscrizione Lazio 2 per la lista Democrazia Atea, il partito di cui fa parte anche l'astrofisica toscana. "Sono gli unici a proporre l'abolizione dei Patti Lateranensi, e poi vogliono più fondi per la ricerca scientifica e combattono per i diritti dei gay"
Alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 correrà perfino un satanista. Il bolognese Marco Dimitri, presidente dei Bambini di Satana, è presente nella lista alla Camera per la circoscrizione Lazio 2 con Democrazia Atea. Un partito che candida tra le sue fila anche l’astrofisica Margherita Hack.
L’ennesimo colpo di scena per la vita di Dimitri, già arrestato nel 1996 con l’accusa di violenza sessuale a cui seguirono 400 giorni di carcere preventivo, poi assolto nei tre gradi di giudizio tanto da ottenere nel 2004 un risarcimento dallo stato di oltre 100.000 euro per ingiusta carcerazione.
Da dove trae origine l’avvicinamento a Democrazia atea?
“Dal pensiero che si rifà alla razionalità e che passa attraverso l’idea di separare lo Stato dalla Chiesa. Questo non è un attacco alla Chiesa in quanto tale, ma è necessario che lo Stato sia laico, privo di qualsiasi interferenza religiosa. Se così fosse, sarebbe una garanzia anche per i cattolici: loro, come i fedeli di qualsiasi altra confessione, saprebbero che i loro diritti sono tutelati”.
E la candidatura invece come nasce?
“Sono stato io a proporla quando si è iniziato a preparare la lista. L’ho avanzata perché stimo Margherita Hack e nutro grande rispetto per il suo lavoro. Quando la segreteria nazionale di Democrazia atea ha accettato di avermi tra i suoi candidati confido però che sono rimasto sorpreso: di solito sono visto come il male in persona”.
Oltre alla stima per la scienziata, conosce anche Margherita Hack?
“Sì, l’ho incontrata e una delle volte che l’ho vista è stato per il suo ottantasettesimo compleanno, quando le ho regalato libri che parlano di satanismo razionalista e dei Bambini di Satana”.
Se diventerà deputato, quali saranno i primi impegni?
“Il primo in assoluto abolire i Patti Lateranensi, così come da programma di Democrazia Atea. Basta con uno Stato teocratico. E poi occorre mettere mano ad alcuni fatti. Occorre rilanciare la ricerca, che in Italia è ferma e un Paese che non fa ricerca non dà nessuna prospettiva. E poi, con altrettanta urgenza, si deve ovviare al problema dei diritti dei cittadini, diritti che sono disastrati”.
Quali diritti?
“Per esempio quelli a sostegno delle differenze, come nel caso dei caso dei gay, che invece oggi vengono fatte passare come diversità. Due concetti ben diversi”.
Ma per farlo siete disponibili o avete già sottoscritto accordi con altri partiti più forti?
“No e non lo faremo. Democrazia Atea non si accorderà con altri partiti. Ci muoveremo sempre autonomamente e rifiuteremo i finanziamenti pubblici”.
di Antonella Beccaria e Davide Turrini