Il fondatore del Grande Oriente Democratico non ha dubbi: l'ex numero uno dell'Abi, dimessosi in seguito allo scandalo del Monte dei Paschi, è un massone: "E' stato iniziato 'libero muratore' quando cominciò la sua scalata al potere". Poi parla di Giuliano Amato, Luigi Berlinguer e Denis Verdini
Da almeno un lustro, il quarantenne Gioele Magaldi denuncia le relazioni invisibili o indicibili tra potere e massoneria. E lo fa dell’interno. Perché Magaldi è massone dichiarato e ha fondato il Grande Oriente Democratico, in aperta contrapposizione con il Grande Oriente d’Italia di Gustavo Raffi, la maggiore obbedienza italiana. Per Chiarelettere è attesa da tempo l’uscita di un libro di Magaldi sui segreti che legano i “grembiulini” a politici e religiosi: “Massoni. Società a responsabilità illimitata”.
Lo scandalo Mps ha evocato di nuovo l’ombra di grembiuli e cappucci. Sul suo sito si ricorda la partecipazione di Mussari a un convegno del Goi del berlusconiano Raffi.
Giuseppe Mussari è un massone. Non perché abbia partecipato ad uno o più convegni del Goi, vi partecipano anche profani di rilievo, ma perché è stato iniziato libero muratore diverso tempo fa, agli inizi della sua scalata al potere. Sul percorso massonico di Mussari e di altri personaggi dell’establishment italiano, mi soffermo analiticamente nel mio libro in uscita.
A Siena l’intreccio massonico che riflesso ha sulle varie cordate? Si è parlato di Amato, Bassanini, Luigi Berlinguer, poi dei berlusconiani vicini alla banca come Verdini.
Luigi Berlinguer, presidente della commissione di garanzia del Pd, che risolse con equità, lungimiranza e saggezza il falso ed ipocrita problema della presenza dei massoni nel Pd nel 2010, dichiarandone la piena ammissibilità, appartiene ad una famiglia di antica tradizione massonica. Luigi Berlinguer non mente quando dice di non essere stato mai affiliato formalmente ad alcuna loggia, ma occorre ricordare che il padre di suo cugino Enrico Berlinguer, Mario Berlinguer, era un noto, convinto e benemerito massone democratico e libertario, antifascista della prima ora, aderente prima al Partito d’Azione e poi al Psi, per il quale fu eletto deputato e senatore. Nella famiglia Berlinguer, e il discorso vale anche per Luigi, aderente al para-massonico Gruppo Spinelli, con mille sfumature da un individuo all’altro, c’è sempre stata una consolidata vicinanza culturale e ideologica al milieu massonico progressista. Franco Bassanini, come ricordava lucidamente l’altro giorno anche Cirino Pomicino, è invece molto vicino a certi ambienti massonici francesi. Giuliano Amato gode di ottime relazioni e amicizie tanto nel mondo massonico anglo-sassone che in determinati ambienti massonici sovranazionali collegati alla finanza e al mondo bancario tedesco. Denis Verdini ha frequentazioni massoniche un po’ più ruspanti e provinciali di Amato e Bassanini, ma comunque è ben inserito in un certo circuito sia interno che esterno alle principali comunioni massoniche italiane.
Nel suo libro Confiteor con Mucchetti , Geronzi sostiene che in tutte le vicende del risiko bancario la massoneria c’entra sempre.
Geronzi dice il vero. Ma chiunque conosca un minimo i circuiti finanziari e bancari sovranazionali, che determinano quello che accade anche nella provincia italiana, sa bene che essi sono saldamente in mano di gruppi massonici e paramassonici. Ci sono diverse anime nella massoneria. Dal XVIII a circa metà del XX secolo ha sempre prevalso l’anima illuminista e progressista. A partire dalla fine del Novecento, per la prima volta nella sua storia, si sono affermate componenti conservatrici e reazionarie.
Lo stesso Geronzi però difende Gianni Letta e smentisce che sia lui l’incrocio tra “logge e cilicio”, il burattinaio di tutto tra massoneria e Opus Dei.
In questo caso Geronzi mente quando nega che in Gianni Letta si incrocino relazioni massoniche e opusiane. D’altronde, non bisogna nemmeno sopravvalutare Letta. Ci sono ben altri gran burattinai, in giro per l’Europa e in grado di influire pesantemente sulle faccende italiane.
Leggendo il suo sito, si apprende che il mondo del potere è zeppo di fratelli.
Lasciando da parte P2, P3 e P4, lei chiama fratelli illustri protagonisti della politica e dell’economia. Due di essi appartengono all’aristocrazia massonica sovranazionale. Su ciò saranno peraltro prodotte importanti e autorevoli testimonianze documentarie nel mio libro.
Tutti massoni.
Occorre dire che troppo spesso, sulla questione Mps, ci si interroga sul livello italiano degli intrecci massonici.
Non è che lei confonde semplici relazioni d’elite con la massoneria vera e propria?
Quando c’è in ballo il potere: economico-finanziario, bancario, politico, diplomatico, ecclesiastico, c’’è sempre di mezzo la massoneria. Non c’è da stupirsene: il mondo moderno e contemporaneo di matrice euroatlantica è nato grazie all’azione di avanguardia svolta dai liberi muratori contro l’Ancien Regime. È naturale che i creatori delle società moderne ne abbiano mantenuto il controllo.
Quindi non c’è una massoneria esclusivamente esoterica?
La massoneria, a qualsiasi latitudine, non è mai stata e mai sarà esclusivamente esoterica, cioè dedita solo a questioni spirituali e filosofiche. La massoneria ha cambiato il mondo e continuerà a farlo.
Lei ha fondato il God e da massone dichiarato combatte pubblicamente una battaglia dentro il suo mondo.
È la prima volta che accade: perché lo fa? Perché è necessario tornare allo spirito di quei fratelli liberi muratori che guidarono la rivoluzione americana e quella francese, che fecero il Risorgimento in Italia e ovunque lottarono per affermare istituzioni liberal-democratiche. Occorre tornare allo spirito di quei fratelli che sconfissero il nazifascismo, Franklin Roosevelt e Winston Churchill su tutti, e che regalarono al mondo un paradigma economico calibrato sulla giustizia sociale e il diritto alla dignità e alla felicità per ogni essere umano. Il trinomio Libertà-Fratellanza-Uguaglianza è nato nelle logge e adorna ancora adesso i templi massonici, scolpito sotto la cattedra del Maestro Venerabile.