“E’ in gioco il prestigio e l’onore dell’Italia”. Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita al carcere milanese di San Vittore, ha sottolineato “la gravità e l’urgenza della questione carceraria”. All’interno dell’istituto di pena, il Capo dello Stato ha incontrato alcuni detenuti: due loro rappresentanti, Marie Helene Ponge e Francesco Fusano, hanno parlato davanti a Napolitano, chiedendo un intervento della politica per migliorare le condizioni di chi vive dietro le sbarre. Fuori da San Vittore un gruppo di Radicali, guidati da Marco Cappato, ha accolto l’arrivo del presidente al grido “amnistia, amnistia”. Al termine della visita, Napolitano si è fermato a conversare con loro: “Se mi fosse toccato mettere una firma su un provvedimento di amnistia, lo avrei fatto non una ma dieci volte – ha ammesso -. La cosa a cui non mi posso arrendere è che o si fa l’amnistia o non si fa nulla. Bisogna fare tutto quello che è possibile, tenendo fermo questo obiettivo e cercando di avere il consenso in Parlamento, altrimenti non passa. Non è un provvedimento di grazia che posso fare qualunque cosa pensi il parlamento” di Luigi Franco
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