I lettori di questo blog mi scuseranno se mi ripeto. Il 5 dicembre scorso lo avevo già scritto: “La7, attenzione alla vendita. non è solo un affare privato”.

Come avevo già scritto, mi scuso per il conflitto di interessi (sono un dipendente de La7) ma ci ritorno: domani per i cittadini di questo luogo dell’informazione italiana è una giornata importante (c’è il cda che decide se vendere la tv) e la decisione non riguarda solo “noi” di questo tg, ma tutti i cittadini italiani che abbiano qualche interesse alla libera stampa in questo Paese. Dunque, lascio la parola ai rappresentanti sindacali del mio giornale. Ne hanno il diritto, credo.

“I giornalisti di la7 esprimono allarme e grande preoccupazione per le indiscrezioni pubblicate nelle ultime ore da molti organi di stampa sulla vicenda della cessione dell’emittente di cui si discuterà nel cda di Telecom Italia. un’operazione che e’ davvero difficile definire vendita, ma piuttosto svendita, o addirittura regalo. L’acquisizione dell’azienda – alleggerita dai debiti e addirittura con una dote milionaria – e’ un’ipotesi che non appare congrua, è incompatibile con gli interessi degli azionisti ed è  inspiegabile con logiche finanziarie e industriali.

A queste condizioni ci spingiamo a dire che l’azienda potrebbe essere rilevata dagli stessi dipendenti, testimoni e vittime da molti anni di gestioni dissennate, spese folli e ingiustificabili premi ai manager, tentativi di risanamento e di rilancio subito stoppati ogni qualvolta La7 ha rischiato di mettere in pericolo gli interessi del duopolio radiotelevisivo.

Ancora una volta occorre sottolineare come questa operazione metta a rischio non solo la stessa sopravvivenza dell’emittente ma il pluralismo dell’informazione. i giornalisti de La7 richiamano anche l’attenzione delle autorità di vigilanza che devono tutelare gli interessi di tutti gli azionisti di società quotata in borsa e la libera concorrenza sul mercato televisivo e pubblicitario. Il cdr del tg La7”.

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