Oggi 226 milioni di persone in Europa possono scegliere liberamente chi sposare. Ieri la Camera dei Comuni inglesi ha approvato, per 400 voti a favore e 175 contrari, la nuova legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso (qui i testi di riferimento, a cura dei colleghi di Avvocatura per i diritti Lgbt – Rete Lenford).

Sabato scorso pure la Francia ha compiuto questo passo, approvando a maggioranza l’art.1 della nuova legge che apre il matrimonio alle coppie omosessuali.

Dunque, due nazioni d’Europa con una popolazione simile alla nostra, con tradizioni giuridiche e democratiche analoghe alle nostre, con le stesse radici storiche e religiose cristiane, hanno deciso, dopo averne ampiamente discusso, che le coppie gay e lesbiche meritano di veder riconosciute le proprie unioni con la parola matrimonio. La loro esperienza di unioni civili (rispettivamente registered partnership e Pacs, in vigore dal 2005 e dal 1999) sono ormai superate. In entrambi i Paesi, la Chiesa ha presentato le proprie critiche, senza astenersi dall’approntare manifestazioni di piazza e proteste. In entrambi i Paesi, tali manifestazioni e proteste sono state disattese dai governi, molto semplicemente, perché la politica conserva – o dovrebbe conservare – una sua dignità senza doversi necessariamente piegare alla piazza, alla religione o alle gerarchie ecclesiastiche.

Ciò detto, vorrei riferirmi a un agghiacciante articolo apparso su un quotidiano non proprio progressista come Il Giornale, a firma di un personaggio non proprio progressista come Magdi Cristiano Allam, che ha fatto della fede religiosa la propria bandiera, promuovendola a sponsor di un “amore per l’Italia” che nulla ha a che fare, evidentemente, con l’amore per gli italiani, quantomeno per gli italiani gay, lesbiche e bisessuali. Tutto in nome di verità e valori non compromettibili.

Chissà come mai, peraltro, quando si tratta di temi unilateralmente definiti “non negoziabili” – guarda a caso qualificati tali proprio ed esclusivamente da chi non li vuole negoziare! – si moltiplica il ricorso a luoghi comuni, a paure irrazionali, ad argomentazioni tanto lontane dalla realtà quanto lo è, rispetto al Cristianesimo, il messaggio che esse sottendono. Allam sostiene che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sarebbe contrario “alla ragione e all’amor proprio“, perché contrario alla “famiglia naturale“, che sarebbe l’unica dalla quale può generarsi la vita. Se l’Europa continuasse per la strada del matrimonio same-sex, la popolazione si estinguerebbe.

Ma ne è sicuro? E’ proprio così? Suona molto strano che una maggiore estensione dei diritti individuali possa comportare, in futuro, che coloro che li hanno sempre avuti smettano di esercitarli. Mi spiego. Se si sposano i gay e le lesbiche, gli eterosessuali smetterebbero di fare figli? Come dire, se conferiamo agli immigrati il diritto di voto, gli italiani smetteranno di andare a votare? Se concediamo la cittadinanza agli stranieri nati in Italia, i figli di italiani nati in Italia smetteranno di essere italiani?

L’unica vera ragione per cui questi conservatori-oppositori-della-dittatura-del-relativismo si oppongono al matrimonio same-sex, ragione che nel dibattito pubblico appare sempre meno perché del tutto priva di supporto razionale, è il disgusto per le persone omosessuali, per il fatto di apparire in pubblico, di tenersi per mano, di esprimere il proprio affetto, il proprio amore. Non c’è veramente molto altro da dire.

Risulta anche strano che la politica italiana fatichi a capire ciò che è evidente in altri Paesi: che la parità dei diritti è fatta anche per proteggere le persone. Già, perchè una categoria di cittadini discriminata è una categoria di cittadini esposta a dileggio, violenza ed abusi costanti. Solo la parità dei diritti è dignità, come recita lo splendido articolo 3 della nostra Costituzione. Solo l’eguaglianza è garanzia di cittadinanza. E allora se Nichi Vendola denuncia di non poter andare in giro da solo la sera e fa un appello a tutte le persone omosessuali affinché dicano “anch’io sono gay“, lo fa perché la sua condizione è la stessa di centinaia di migliaia di cittadini, che nel nostro Paese sono ancora cittadini di serie B. Che ancora di nascondono per paura, che ancora temono e vivono discriminazioni quotidiane in famiglia, al lavoro, a scuola.

Il perdurare di due diverse cittadinanze, distinte per l’orientamento sessuale di chi le compone; questo sì, rappresenta per l’Europa il vero suicidio.

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