Il Garante della concorrenza e del mercato vuole capire se l'azienda abbia rispettato le norme del Codice di consumo: solamente alla terza schermata di prenotazione online, e in caratteri estremamente ridotti, chi si apprestava ad acquistare un viaggio poteva leggere "Volo operato da Carpatair". L'azienda risponde: "Rispettata la normativa internazionale"
L’Antitrust vuole vederci chiaro. I passeggeri che prenotavano un volo Alitalia appaltato da Carpatair come quello atterrato fuori pista lo 2 febbraio, sapevano che avrebbero poi volato con il vettore rumeno? Il Garante ha deciso di avviare un procedimento per verificare se la compagnia di bandiera italiana, nelle informazioni fornite ai passeggeri sul quella tratta e su tutti i voli operati in base ad accordi di partnership e di code sharing, abbia rispettato le norme del Codice del consumo in materia di pratiche commerciali scorrette.
Il procedimento è stato avviato sulla base di alcune segnalazioni, tra cui quella del Codacons, e da accertamenti d’ufficio eseguiti dai funzionari dell’Autorità. Dalle simulazioni effettuate – spiega l’Antitrust -, l’informazione relativa alla diversa compagnia che effettivamente opera il volo veniva fornita, nel processo di prenotazione on line, alla terza schermata (dopo aver selezionato la destinazione, nella prima schermata, e l’offerta tariffaria, nella seconda) attraverso una dicitura, apposta con caratteri estremamente ridotti ‘Volo operato da Carpatair’. “Analoga situazione – evidenzia il Garante – emerge per voli effettuati in partnership e code sharing con altre compagnie”. In sostanza il procedimento dell’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella dovrà verificare “se, in questi casi, Alitalia fornisce ai consumatori adeguate informazioni sull‘identità del vettore e sulle specifiche caratteristiche del servizio offerto”.
L’Antitrust, alla luce di numerose segnalazioni ricevute dai consumatori, valuterà anche i comportamenti di Alitalia nella promozione e commercializzazione del prodotto denominato “Carnet Italia” (sei o dodici voli diretti di sola andata, al prezzo rispettivamente di 109 o 99 euro) e nella vendita di biglietti aerei relativi a più tratte. “Nel primo caso emergerebbe un’insufficiente indicazione della presenza di consistenti limitazioni all’offerta, in particolare in relazione alla possibilità di reperire voli su tutte le rotte nazionali Alitalia utilizzando i biglietti del Carnet”. “Nel secondo caso – prosegue la nota -, a fronte di biglietti andata e ritorno o con scali intermedi, Alitalia imporrebbe l’obbligo di utilizzo sequenziale dei tagliandi di volo, pena il diniego dell’imbarco per la tratta di ritorno o per quella successiva, senza informare adeguatamente al momento dell’acquisto delle limitazioni previste o prevedere una procedura che consenta di effettuare comunque il volo di ritorno”.
La risposta di Alitalia – L’azienda ribadisce di aver rispettato in toto la normativa internazionale e la regolamentazione europea nei casi di vendita di biglietti per voli operati da altri vettori aerei in regime di wet lease o di codesharing. Nel processo di prenotazione on-line – sottolinea l’azienda in una nota – l’informazione relativa alla compagnia, diversa da Alitalia, nei casi di voli in wet lease e code sharing, viene fornita alla seconda schermata, la prima dopo la home page, e viene poi ribadito in quella successiva, dunque sia nella schermata in cui si sceglie il prezzo che in quella con i dettagli del volo. Alitalia precisa che la dicitura “Volo operato da Carpatair”, è in realtà di dimensione del tutto identica al resto del testo presente nella pagina di prenotazione, nella quale vengono riportati, ad esempio, informazioni concernenti l’orario di partenza e di arrivo del volo.
In relazione al “Carnet Italia”, la compagnia fa presente che tutte le limitazioni sono chiaramente indicate nel sito. Quanto alla regola che impone l’utilizzo sequenziale dei tagliandi di volo, Alitalia si limita a ricordare che si tratta di una regola Iata, inserita anche nelle Condizioni generali di trasporto della compagnia.