La strategia elettorale del Cavaliere non conosce limiti: dopo le "promesse choc" sulle tasse, ora contempla anche i diritti omosessuali. L'apertura a poche ore dall'ennesima provocazione: "La Minetti? Una scelta infelice. Ma è difficile per una bella donna fare politica, gli italiani preferiscono Rosy Bindi". Poi polemizza sul Festival: "Decisione incomprensibile". E dalla Annunziata annuncia il condono
“Se gli italiani daranno la maggioranza solo a me e al Pdl farò un condono tombale e anche un condono edilizio, perché porta nelle casse dello Stato molti miliardi. Altrimenti cercheremo una maggioranza in parlamento su quello edilizio”. Ciò che Silvio Berlusconi non voleva dire quattro giorni fa, questa volta lo ha detto chiaramente. A Leader, il programma di Lucia Annunziata, dove il Cavaliere è tornato a battere anche sulla questione San Remo, con la kermesse canora che entra prepotentemente in campagna elettorale. “Temo un festival di sinistra troppo politicizzato? Le voci che corrono sono queste” ha detto Berlusconi, che poi se l’è presa con Luciana Littizzetto, che “avrebbe preparato tutto contro il centrodestra e in particolare contro di me”. Anche se così fosse, il candidato premier del centrodestra non ha timore, “perché la reazione poi ci premia”.
La presa di posizione del Cavaliere è arrivata al termine dell’ennesima tappa del suo tour elettorale. Dopo aver puntato forte sulle promesse di riduzione delle tasse, proponendo l’ormai famoso “condono tombale” e assicurando, in caso di vittoria, la restituzione dell’Imu, il Cavaliere inserisce nella propria agenda elettorale anche un tema tradizionalmente lontano dalla linea propria e del proprio partito, quello dei diritti civili. “Sono assolutamente d’accordo a concedere diritti civili alle coppie di fatto, anche se gay – ha detto Berlusconi intervenendo alla web tv del quotidiano Il Messaggero -, e credo che anche in Parlamento non sarà difficile a trovare una maggioranza al riguardo. Nessuna preclusione mia nei confronti dei gay, non c’è mai stata”.
Nel corso del suo intervento Berlusconi ha polemizzato anche sulla scelta della Rai di non spostare il Festival, cogliendo l’occasione per lanciare un’ennesima critica alla legge sulla par condicio: “Sanremo andava assolutamente spostato ed è incomprensibile la decisione della Rai, tanto più che ci stiamo giocando il nostro futuro con le prossime elezioni. Il Festival di Sanremo si aggiunge alla par condicio e complica la possibilità di comunicare. Questa legge è la più assurda che si poteva immaginare e che vige solo nel nostro sistema. Anche il più piccolo partito ha lo stesso spazio in tv del grande”. Parole che hanno suscitato l’immediata reazione di Fabio Fazio, che su Twitter ha scritto: “Berlusconi ha detto che Sanremo andava spostato: ma dove? Aspettiamo proposte!”. Il Cavaliere riceve il sostegno del coordinatore del Pdl, Fabrizio Cicchitto, secondo cui “sarebbe stato molto più ragionevole rinviarlo a dopo le elezioni. Il presidente Tarantola e il dg Gubitosi si sono assunti una pesante responsabilità”. Dello stesso avviso, Adriana Poli Bortone, presidente di Grande sud, partito alleato con quello di Berlusconi. ”Il festival di Sanremo andava spostato considerando che Fazio e la Littizzetto sono due personaggi dichiaratamente del Pd. In pratica, stiamo finanziando la campagna elettorale di Bersani con i soldi del canone dei cittadini”.
La giornata elettorale del Cavaliere era cominciata di buon mattino, con un intervento a Coffee Break di La7. In trasmissione il leader del Pdl ha ammesso che quella di puntare su Nicole Minetti “è stata una scelta non felice”, ma ha sottolineato che “in Italia è difficilissimo per una bella donna fare politica, perché gli italiani preferiscono Rosy Bindi“.
Berlusconi è tornato anche sulla promessa lanciata giovedì sui 4 milioni di posti di lavoro per i giovani: “La proposta di 4 milioni di posti di lavoro era in un discorso di due ore rivolto ai giovani. Con questo governo tecnico siamo arrivati a 37 giovani su 100 che cercano il lavoro, con noi il tasso era collocato al 26%”. “A me è venuta semplicemente un’idea – ha precisato – nessun governo ha la bacchetta magica per creare 3 milioni di posti di lavoro”. “E’ assolutamente un auspicio, dando delle convenienze alle imprese, è qualcosa di provvisorio, una misura di emergenza, per realizzare questo non servono altri soldi e lo Stato ha convenienza risparmia il contributo della cassa integrazione”.