Dalla mezzanotte di venerdì 8 febbraio fino alla conclusione delle operazioni di voto, è vietato rendere pubblici o diffondere i risultati sugli orientamenti politici e di voto degli elettori. A guadagnare più punti negli ultimi giorni è il Movimento 5 Stelle. Per Bersani maggioranza a rischio al Senato
Percentuali, schieramenti, forbice degli indecisi che si assottiglia e prende posizione. Ma quelli di venerdì 8 febbraio sono gli ultimi sondaggi a essere pubblicati, perché dalla mezzanotte fino alla conclusione delle operazioni di voto è vietato renderli pubblici o diffondere i risultati sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del rilievo. Un divieto che si applica anche alle emittenti locali e, secondo quanto stabilito dall’Agcom, alle applicazioni da smartphone come quella realizzata dalla società Swg perché “configura un’oggettiva violazione del divieto imposto dalla legge sulla par condicio”.
Repubblica – Secondo il sondaggio Demos di Repubblica, la distanza tra centrodestra e centrosinistra è di 5 punti, la metà rispetto a dieci giorni fa. E gli elettori indecisi, oggi al 25%, negli ultimi giorni si sono ridotti di oltre 5 punti. Nell’ultimo mese, il Pdl “ha aumentato la sua base elettorale. Ma supera appena il 20%. Circa metà rispetto al 2008, ma anche rispetto al 2006”. Il Pd, invece, “sotto di 3 punti rispetto al 2008” si attesta al 30%. Chi ha guadagnato di più però nell’ultima settimana è il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, in salita di oltre 3 punti, “come la fiducia verso il Capo: cresciuta anch’essa di 3 punti, nell’ultimo mese. E di 10, rispetto a dicembre”. L’impressione, poi, “è che la crescita del M5S sia ancora in corso. Anzi: in corsa. Alimentata dal flusso degli elettori indecisi, che non trovano risposta nei partiti e nelle coalizioni maggiori”. A fronte dei numeri di oggi e soprattutto delle due settimane di campagna elettorale in grado di cambiare equilibri e percentuali, rimane il rischio della frammentazione e “il pericolo che nessuno, alle prossime elezioni, vinca davvero”.
Corriere della Sera – Per il quotidiano di Via Solferino invece, il Pdl è “sotto di oltre 7 punti rispetto al Pd. E la coalizione di Berlusconi è al 29,7%, centrosinistra al 37,2″. Permane l’incertezza in Lombardia e Sicilia al Senato. La coalizione di centrosinistra, però, “mantiene ancora oggi la netta maggioranza delle intenzioni di voto, collocandosi tra il 37% e il 38%”. Un divario importante che Berlusconi spera di colmare nei prossimi gioni, magari con qualche altra proposta choc dopo abolizione dell’Imu e condono tombale. Si ridimensiona il centro di Mario Monti che però “continua a conquistare una parte rilevante dell’elettorato, pari a circa il 13%”. Ingroia si colloca al 4-5% delle intenzioni di voto e Grillo al 14-15%.
Demopolis – Secondo l’indagine presentata durante Otto e mezzo di giovedì 7 febbraio, a poco più di due settimane dalle elezioni resta molto alto il numero degli indecisi e “il distacco tra centrosinistra e centrodestra è di poco più di 5 punti percentuali: circa un milione e 800 mila voti separano oggi le due coalizioni”. Principale argine alla rimonta del centrodestra è il Movimento 5 Stelle che otterrebbe oggi il 18,1%, con un consenso in crescita di circa tre punti nelle ultime due settimane. Il centrosinistra si attesterebbe al 33,6%, il centrodestra al 28,5%. In lievissima flessione, la coalizione di Mario Monti, attestata oggi al 13,6%, e Rivoluzione Civile di Ingroia al 4,1%. All’1,4% la lista di Oscar Giannino. Secondo questi dati il centrosinistra conquisterebbe 340 seggi alla Camera, 128 il centrodestra, 80 il Movimento 5 Stelle, 64 l’area dell’attuale premier, 18 Rivoluzione Civile. Per quanto riguarda il Senato, la coalizione Pd-Sel vincerebbe nella maggior parte delle regioni, il centrodestra conquisterebbe i 14 seggi del Veneto. Se vincesse in Lombardia e in Sicilia, il centrosinistra avrebbe la maggioranza a palazzo Madama con 169 seggi; se perdesse invece in entrambe le regioni, si fermerebbe a 145 seggi, lontano dalla soglia necessaria di 158 senatori.
Piepoli – Il centrosinistra è avanti di 4 punti nei sondaggi rispetto al centrodestra e nei quindici giorni che ci separano dal voto la situazione non cambierà. Lo afferma, in una intervista a La Stampa, il sondaggista Nicola Piepoli. “Il centrodestra – spiega – è piuttosto stabile, attorno al 32%. Questo non vuol dire che la coalizione del centrodestra stia rimontando, bensì, che è Silvio Berlusconi a fagocitare tutti i suoi alleati. La Lega tiene, gli altri della coalizione no. Anche il centrosinistra è stabile, attorno al 36%. Bersani non arretra affatto: era al 33% dell’intenzione di voto due mesi fa. Oggi è al 31%. Lo definirei gradimento granitico. La differenza tra i due poli è al 4% e mi aspetto che tale rimarrà”. Quanto agli indecisi, secondo Piepoli, “non esistono”. “Per come la vedo io – sottolinea – hanno ampiamente deciso, quantomeno a livello inconscio”.
Swg – Il centrosinistra non avrebbe la maggioranza al Senato. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Istituto Swg per Agorà su Rai Tre. Sono, infatti, 146 i seggi al momento assegnati al centrosinistra al Senato. Numero che non basta a garantire la maggioranza a Palazzo Madama che è di 158 senatori. Secondo il sondaggio Swg sarebbero 102 i senatori assegnati alla coalizione di centrodestra, 39 al Movimento 5 Stelle, 21 a Scelta civica con Monti, resterebbe fuori invece Ingroia. La proiezione fatta da Swg presuppone la vittoria del centrodestra al Senato in 3 regioni chiave e in bilico: Veneto, Lombardia e Sicilia. Diverso il discorso alla Camera, dove – secondo le proiezioni – la coalizione di centrosinistra ha 340 seggi (la maggioranza è 316). Questi invece i seggi assegnati da Swg alle altre forze in campo: centrodestra 120; Movimento 5 Stelle 81; partiti legati a Monti 58; Rivoluzione civile 18.
Senato a parte, in termini assoluti, torna a crescere la coalizione di centrosinistra, che guadagna un punto rispetto alla settimana scorsa e si conferma in testa nelle intenzioni di voto con il 33,8 percento dei consensi. Resta stabile quella di centrodestra, al 27,8 percento, mentre sale ancora di quasi un punto (+0,8%) il Movimento 5 Stelle, al 18,8 percento. “Dai risultati emerge infine che l’elemento di tendenza forte è Beppe Grillo“, dice Roberto Weber, presidente dell’Istituto Swg. Perde quasi un punto (-0,8%) invece la coalizione di centro, che si attesta al 13,4 percento. A rispecchiare l’andamento positivo della coalizione di centrosinistra è la ripresa del Pd, che sale di un punto e mezzo raggiungendo il 29,5 percento; segue il Pdl con dieci punti di distacco (19,5%), in lieve crescita rispetto a sette giorni fa (+0,2%). Perde invece quasi mezzo punto (-0,4%) Scelta civica con Monti, al 9 percento.
Raggiunge e supera la soglia del 5 percento (5,2%) Lega Nord+Lista Tremonti, mentre scende sotto quella del 4 percento Sel, al 3,6 percento. In calo anche l’Udc che, perdendo oltre mezzo punto (-0,7%), si attesta al 2,7 percento. In lieve crescita Fli (+0,3%) e La Destra (+0,1%), rispettivamente all’1,7 e all’1,1 percento; scende invece di quasi mezzo punto (-0,4%) Fratelli d’Italia, all’1 percento. In calo anche Rivoluzione civile di Antonio Ingroia (-0,9%), al 4,1 percento; in lieve crescita (+0,2%), invece, Oscar Giannino con Fermare il declino, all’1,7 percento, mentre resta pressochè stabile (-0,1%). Amnistia, Giustizia e libertà, allo 0,3 percento. Ancora consistente il cosiddetto ‘partito del non voto’, che tra indecisi e astenuti raggiunge il 31 percento: un punto in più rispetto alla settimana scorsa.