Antonio Ingroia si offre per un’alleanza post-elettorale con il centrosinistra “senza Monti“, ma la risposta che riceve è una doccia gelata. “L’operazione di Ingroia non ha futuro, è finalizzata solo a togliere voti al centrosinistra per far vincere la destra”, replica Matteo Renzi, impegnato nella campagna elettorale del Pd a Napoli. L’operazione politica del magistrato palermitano, continua il sindaco di Firenze, “è un evidente rischio di autogol del centrosinistra, ma i cittadini sapranno scegliere”. E non manca un attacco diretto alla scelta di Ingroia, che da procuratore aggiunto di Palermo ha chiesto l’aspettativa al Csm per candidarsi alle politiche di febbraio: “Spiace che un giudice lasci pro tempore la magistratura, e se non raggiunge il quorum che succede? Torna a fare il giudice? E’ un meccanismo che mette in discussione la terzietà del giudice, l’imparzialità”. 

Lo stop di Renzi arriva poche ore dopo l’offerta di allenza avanzata dallo stesso Ingroia: “Possiamo offrire al Pd i nostri voti al Senato per fare un governo di centrosinistra”, ha affermato il leader di Rivoluzione civile intervenuto a Genova, aprendo a Pier Luigi Bersani per un’alleanza al Senato dopo le elezioni. A condizione, però, che il Partito democratico lasci da parte Scelta civica: “Senza Monti, su questo si potrebbe aprire un confronto. Vediamo dopo le elezioni, parlarne prima è inutile”.

Il leader di Rivoluzione civile si dice scettico sul risultato delle elezioni e sul raggiungimento di una maggioranza solida da parte dei partiti che corrono e paventa come “ipotesi possibile quella che si torni a votare tra tre mesi”. “Berlusconi ha recuperato un po’ – spiega – ma non c’è alcuna concreta possibilità che prenda la maggioranza alla Camera”. E aggiunge: ” Non lo sottovalutiamo, ma ritengo che sia politicamente finito. Oggi è più pericoloso Monti di Berlusconi”.

E subito arriva il commento di Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, alleato con Monti: ”L’appoggio di Ingroia al Partito democratico a Palazzo Madama? Fa bene a fare queste affermazioni, anche perché gli costano poco: non avrà alcun senatore…”. Casini si riferisce alla difficile soglia di sbarramento dell’8% che il partito di Ingroia dovrebbe raggiungere per entrare al Senato, quando i sondaggi lo danno tra il 4 e il 5%.

Che il movimento del magistrato rastrelli voti utili al centrosinistra senza ottenere neppure un seggio al Senato è un rischio evocato da più parti. “Noi siamo convinti che gli elettori debbano conoscere tutte le proposte politiche e che non cadranno nel trucco del Pd e del Pdl di far credere che gli altri non esistono”, ha replicato Ingroia in un’intervista a Tele D di Catania. “Noi aspiriamo a prendere l’8%, a livello nazionale e regionale”.

E in serata è tornato sull’argomento in una manifestazione elettorale, sempre nella città siciliana: “Mi divertono molto questi politici navigati che come Casini hanno passato la prima Repubblica, la Democrazia Cristiana, oggi la seconda Repubblica in un altra formazione, l’Udc, e ora affrontano la terza Repubblica in un altro partito ancora, che disprezzano così il voto degli elettori, perché parlano già come se fossimo dopo le elezioni. Gli elettori – ha aggiunto – devono ancora votare. Diamo a loro la parola. Dopo tireremo le somme…”.

L’ex magistrato scrive poi sul suo blog quello che ha intenzione di fare come primo atto della sua legislatura criticando ancora l’operato di Monti: ”E’ fondamentale che nella prossima legislatura si mettano subito all’ordine del giorno misure drastiche contro i privilegi della Casta, facendo quel che il governo Monti non ha voluto fare. Non chiacchiere, ma provvedimenti concreti che consistono nel dimezzamento del numero dei parlamentari, nell’eliminazione di tutti gli enti inutili che servono solo a fornire poltrone da spartirsi, nella cancellazione della miriade di consigli d’amministrazione utili solo a foraggiare la clientela sul territorio a spese dei cittadini”.

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