L'ingente somma appartiene a Paolo Landolfo, proprietario di night club dove si svolgevano anche incontri tra gli affiliati. L'uomo è in stretto contatto con il cugino di Francesco Schiavone, Sandokan, e nel 2003 era stato condannato per estorsione aggravata
La Guardia di Finanza di Bologna ha sequestrato 18 milioni di euro a Paolo Landolfo, ritenuto ”organico al clan camorristico dei casalesi”. L’uomo gestiva dei night club in provincia di Modena, locali che sono risultati nelle disponibilità dei clan, che all’interno svolgevano anche degli incontri tra affiliati.
Landonfo, in particolare, era in diretto contatto con Sebastiano Panaro, ora detenuto all’ergastolo, cugino di Francesco Schiavone, detto Sandokan, boss dei Casalesi.
Landolfo e Panaro nel 2003 erano già stati condannati per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’interesse, già in quel caso, del clan dei casalesi. Il patrimonio sequestrato e’ composto da 48 immobili partecipazioni in 3 società di capitali , terreni, 4 auto, 22 rapporti bancari e 2 rapporti assicurativi.
Il sequestro, effettuato su richiesta del pm Enrico Cieri della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, e’ stavo eseguito sulla base del nuovo codice antimafia del 2011. In pratica, dietro la richiesta di mettere i sigilli al gigantesco patrimonio non c’è la contestazione di un preciso reato, ma il sequestro avviene per la pericolosità sociale di Landolfo e per la sua storica vicinanza con l’ambiente camorristico.
Le indagini su come l’uomo abbia messo in piedi un impero economico del genere in Emilia, anche tramite parenti e prestanome, sono ancora in corso. Di certo non era sufficiente, per raggiungere quei 18 milioni di euro, la sola gestione dei locali notturni. Anche per questo è avvenuto il sequestro. Le indagini del G.I.C.O. della Guardia di finanza sul gestore dei night club erano partite su richiesta dei magistrati dopo la segnalazione di alcune operazioni bancarie sospette. Enormi quantità di denaro intestate al figlio Antonio entravano e uscivano dalle banche. Nel 2003-2004, proprio mentre il padre era in carcere per scontare la sua condanna, Antonio Landolfo faceva investimenti immobiliari per 500 mila euro. Troppo per i magistrati lasciare un impero del genere nelle mani di chi è legatissimo ai clan.
“con ordinanza 12 dicembre 2013 il Tribunale di Modena, a disposizione di chiunque voglia prenderne visione nel sito, ha revocato il sequestro, disposto nei confronti di Paolo Landolfo, conseguentemente restituendogli tutti i beni di sua pertinenza, sulla scorta di una perizia disposta dallo stesso Tribunale”.
aggiornato dalla redazione web il 27 novembre 2014