La società londinese, finita nell'ambito dell'indagine sul Monte dei Paschi, è sospettata di evasione fiscale. Ci sono anche 5 indagati per associazione a delinquere e truffa. Il commissario Ue Barnier sui derivati: "Stiamo cercando di far approvare nuove regole"
Evasione fiscale. Con questa ipotesi di reato la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 3,35 milioni di euro, tra titoli e conti correnti, alla società Enigma Securities di Milano. La sospetta evasione fiscale è stata segnalata nei mesi scorsi dalla Banca d’Italia. La società, che ha sedi a Malta e a Londra, è finita anche nel mirino delle indagini della Procura di Siena per alcune operazioni sospette legate all’ex management del Monte dei Paschi e riguardo a queste operazioni gli atti sono stati trasmessi alla procura senese.
Enigma Securities, con un comunicato pubblicato sul suo sito, “ribadisce con forza e senza tema di smentita di non avere mai avuto nulla a che fare” né con l’operazione Alexandria, né con l’operazione Santorini, né con l’operazione Nota Italia. Enigma Securities, che è la filiale italiana dell’omonima società londinese che opera a Milano dal 2004, ha “da tempo provveduto a chiarire agli organi di vigilanza e all’autorità giudiziaria la totale trasparenza e legittimità di tutte le operazioni cosiddette Otc realizzate come controparte di mercato con il gruppo bancario Mps – precisa il comunicato – Tali operazioni non hanno mai avuto a oggetto (anche sottostante) i Btp”. Enigma Securities, conclude la nota, “non ha mai avuto rapporti di alcun tipo con la società Lutifin; il semplice accostamento fatto dalla stampa di Enigma a tale Lutifin è da considerarsi del tutto improprio e non corrispondente alla realtà”.
Nell’ambito dell’inchiesta sono indagati Fabrizio Cesarani, legale rappresentante della sede milanese e destinatario di un decreto di sequestro di titoli e conti correnti per oltre 7 milioni di euro, e altre quattro persone (Gianluca Baldassarri, Alessandro Toccafondi, David Ionni e Luca Borroni) con l’accusa di associazione a delinquere e truffa aggravata e continuata ai danni di Mps.
Intanto dal fronte europeo è intervenuto nella vicenda anche il commissario Ue al Mercato interno. “Non ho certo aspettato il caso Mps per muovermi – ha dichiarato Michel Barnier – E in ogni caso non voglio pronunciarmi su un caso sotto l’analisi della giustizia”. Il francese ha parlato in occasione dell’incontro con i vertici di Bankitalia e dell’Abi: “La giustizia – ha aggiunto – ha gli elementi per decidere chi ha fatto cosa”. Barnier ha anche sottolineato le azioni intraprese dalla Commissione europea per rimettere il settore finanziario sotto controllo. “Ho passato gli ultimi giorni – ha raccontato – al Parlamento europeo per ottenere l’approvazione delle nuove regole nel settore dei prodotti derivati”. Si tratta, ha concluso, di un volume di affari totale di 600mila miliardi di dollari l’anno a livello globale “di cui l’80% è fuori contatore”.
Sempre a proposito della vicenda del Monte dei Paschi, il commissario della Consob, Vittorio Conti, è convinto che l’authority di controllo sui mercati abbia operato correttamente nella vicenda: “Credo che chi sta conducendo le indagini abbia tutte le informazioni su quello che abbiamo fatto e che avremmo dovuto fare”. Conti risponde quindi a chi ha criticato la Consob per come si è mossa nella vicenda Mps. Sull’operato dell’authority infatti erano stati sollevati dubbi dopo che era stato reso pubblico l’esposto arrivato sul tavolo della commissione nel luglio del 2011 e in cui un dipendente anonimo di Mps lanciava un “sos” descrivendo in modo circostanziato l’operatività della banda del 5% e l’operazione con Nomura.